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Una partita a carte con cavallo di ritorno!

Una partita a carte con cavallo di ritorno!

CATANZARO. Ormai lo sanno anche le pietre che, in città, ci sono zone sottratte al controllo totale dello Stato, dove se le forze dell’ordine intervengono, vengono aggredite. Dove tutto è illegalità: dall’occupazione delle case a danno di chi ne ha diritto – avallata dal silenzio di chi dovrebbe verificare la corretta assegnazione degli alloggi – al mancato pagamento delle bollette

La questione legalità nel capoluogo di regione vive una angosciante e continua crescita. Da anni cittadini, associazioni ed operatori del diritto lamentano una realtà criminale forte e incontrastata, che preoccupa per la capacità di assicurare a se stessa ed alle proprie attività, costanza, incremento e stabilità.

Non si sussurra più; non si cede più ai falsi miti di convenienza; ormai lo sanno anche le pietre che in città ci sono parti sottratte al controllo totale dello Stato, dove se le forze dell’ordine intervengono, come spesso è accaduto,  vengono aggredite. Luoghi dove tutto è illegalità e tutto parla di cultura dell’illegalità dall’occupazione delle case a danno di chi ne ha diritto, con il silenzio di chi dovrebbe verificare l’assegnazione degli alloggi, al non pagamento delle bollette. Zone dove la ‘ndrangheta ha le proprie basi logistiche per controllare e dominare la vita del capoluogo di regione, con: ripetuti omicidi, traffico di stupefacenti e di armi, “cavallo di ritorno”, racket, aggressioni, furti e  rapine.

La città è cosciente di questo enorme problema che dalla periferia sud del capoluogo rischia di infettare completamente, se non lo ha già fatto, l’intera capoluogo, le sue attività economiche e le sue istituzioni. Ci preoccupa molto trovarci a scrivere ogni anno, da anni, comunicati ed appelli su questo cancro. Aspettare qualcosa di concreto e poi niente. Solo prese d’atto e dichiarazioni di intenti.  Così non va.

Ci chiediamo se mantenere la città in una condizione di così precaria agibilità democratica convenga a qualcuno ed ai suoi scacchieri di potere. Perché non dimentichiamolo mai: chi delinque vota e fa votare. Questa gente per chi vota?

La questione Catanzaro, non è una questione risolvibile dalle amministrazioni locali. Ben vengano consigli comunale, provinciale e regionale da svolgersi nelle zone del disagio sociale ma non ci si dimentichi che questa è una questione evidentemente nazionale. Il Parlamento, in primis la deputazione calabrese, ed il Governo hanno il dovere di occuparsene.

Una questione nazionale come ricordato anche nell’ultima relazione della Commissione nazionale antimafia. Una questione nazionale perché qui è lo Stato Italiano che rinuncia alla propria sovranità e cede all’umiliazione dei propri cittadini e dei propri rappresentanti costretti ad operare, tra tagli e bassi livelli di organico, in condizione inadeguate.

La si risolva questa questione. La si voglia risolvere. Lo si faccia con fatti concreti tutti insieme ed ognuno per il proprio ruolo e le proprie responsabilità. Diversamente capiremo, forse definitivamente, che a qualcuno fa comodo governare in un clima di scarsa agibilità democratica ed essere eletto con i voti di chi controlla illecitamente il capoluogo.

Associazione universitaria calabrese Ulixes


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