Razzitti corre sotto la Curva dopo il gol del momentaneo vantaggio
La prima frazione di Catanzaro-Juve Stabia sembrava aver scacciato le streghe d’inizio campionato. Non tanto per il gioco, a dir poco imbarazzante, ma per il gol di Razzitti, giunto come una liberazione proprio allo scadere del primo tempo.
La squadra allenata da D’Urso aveva tenuto il campo senza grandi patemi concedendo poco alle vespe ma facendo quasi nulla in fase offensiva. Per la verità, proprio gli ospiti, alla mezz’ora, erano andati vicino al gol con un colpo di testa di Obodo che finiva alto. Ma il gol delle aquile arriva al 46° grazie a Razzitti che ribadisce in rete la respinta del portiere sulla staffilata di Bernardi. Sembrava tutto in discesa ma il secondo tempo sarà una doccia fredda per tutti.
Solita difesa (ancora coraggiosamente a 3) ballerina. Al 6°, Ripa, su un cross in aria apparentemente innocuo, anticipa tutti e spedisce di testa la palla in rete. Il Catanzaro non ci sta a prova a ritornare in vantaggio. Al 10° fuori Bernardi, dentro Taddei che prova ad impostare la manovra. Al 18° altra sostituzione. Mancuso lascia il posto all’attaccante Agodirin. Foresta e compagni si danno da fare ma i limiti tecnici sono evidenti. Il giovane centrocampista di Mesoraca è attivo in fase di rottura mentre Agnello cerca di ragionare e coprire porzioni di campo. Al 25° ultimo cambio. Entra Maita al posto di Selvatico, poco incisivo fino a quel momento.
Il Catanzaro avrebbe anche l’opportunità di andare nuovamente in gol al 27° sempre con Foresta ma la sua corsa a rete viene bloccata dal difensore gialloblu che lo stende in aria. Rigore? no, l’arbitro ammonisce il centrocampista per simulazione. Al 39° la beffa. Gomez tira a due passi, su assist dell’attivissimo Arcidiacono, e la palla finisce in rete regalando ai campani la gioia dei 3 punti. Di corsa sotto la Est. Il Catanzaro si tuffa in avanti ma non riesce a pareggiare con Agodirin che spara alto di testa sul traversone di Taddei.
Fine del match. Secondo sconfitta consecutiva casalinga per il Catanzaro targato D’Urso che conquista un punto in tre partite. Media retrocessione – come lui stesso ammetterà in conferenza stampa – . Malgrado tutto, gli ultras applaudono i propri giocatori (giunti intanto sotto la curva) per l’impegno e la maglia sudata. Impegno ricambiato da un tifo non delle grandi occasioni ma continuo e irriducibile. Unica vera nota di colore in una giornata veramente squallida.
Ciò che resta è l’amarezza della tifoseria ancora una volta umiliata da una sconfitta sul campo, resa ancora più frustrante da un momento di grande difficoltà per squadra e staff societario, alla ricerca di punti e stabilità. Ma, è inutile negarlo: è una squadra complessivamente limitata sul piano tecnico e incompleta. Priva di grandi aspettative. Costruita con un budget ridottissimo dal suo Ds (o Dg?) Donnarumma, chiamato per un progetto di medio-lungo termine che, dopo le prime uscite, sembra parlare già chiaro!
Tutto fa credere che Cosentino abbia perso ogni interesse verso l’Us 1929. Deluso e irritato. Inopportuno in più di un’occasione. Le prossime giornate saranno decisive per capire cosa succederà, ma tutto fa pensare che il giocattolo si sia rotto. L’addio annunciato di Mr Gicos, ufficializzato al termine della prima partita di campionato dopo i fischi di contestazione, ha creato il vuoto intorno all’Us Catanzaro e la sfiducia ha preso il sopravvento nella gran parte della tifoseria. I numeri del Ceravolo parlano chiaro. Minimi storici. Solo il ritorno degli ultras ha ridato entusiasmo, ma la curva ieri era paurosamente vuota. Manca solo la ciliegina sulla torta che potrebbe arrivare nel derby con il Cosenza, ma ci si augura che D’Urso e compagni, già dalla prossima partita, siano capaci di dimostrare il contrario con una bella prestazione sul campo.
Ora tocca restare uniti ma c’è già chi pensa al futuro. C’è già chi chiede la testa di Cosentino, fin da subito, convinto che andare avanti così porta dritti alla retrocessione. A dimostrazione di un rapporto che ormai si è spezzato. C’è già chi prefigura proposte nuove cordate. C’è già chi sogna e chiede a gran voce l’entrata in campo di quella imprenditoria locale che sulla carta potrebbe sostenere impegni economici e progetti societari di alto livello. Un gesto d’amore vero, un atto di riconoscenza che la città, la tifoseria, gli ultras meritano da tempo.
Un Catanzaro troppo limitato per essere vero! Nuovi scenari all’orizzonte?
Razzitti corre sotto la Curva dopo il gol del momentaneo vantaggio
La prima frazione di Catanzaro-Juve Stabia sembrava aver scacciato le streghe d’inizio campionato. Non tanto per il gioco, a dir poco imbarazzante, ma per il gol di Razzitti, giunto come una liberazione proprio allo scadere del primo tempo.
La squadra allenata da D’Urso aveva tenuto il campo senza grandi patemi concedendo poco alle vespe ma facendo quasi nulla in fase offensiva. Per la verità, proprio gli ospiti, alla mezz’ora, erano andati vicino al gol con un colpo di testa di Obodo che finiva alto. Ma il gol delle aquile arriva al 46° grazie a Razzitti che ribadisce in rete la respinta del portiere sulla staffilata di Bernardi. Sembrava tutto in discesa ma il secondo tempo sarà una doccia fredda per tutti.
Solita difesa (ancora coraggiosamente a 3) ballerina. Al 6°, Ripa, su un cross in aria apparentemente innocuo, anticipa tutti e spedisce di testa la palla in rete. Il Catanzaro non ci sta a prova a ritornare in vantaggio. Al 10° fuori Bernardi, dentro Taddei che prova ad impostare la manovra. Al 18° altra sostituzione. Mancuso lascia il posto all’attaccante Agodirin. Foresta e compagni si danno da fare ma i limiti tecnici sono evidenti. Il giovane centrocampista di Mesoraca è attivo in fase di rottura mentre Agnello cerca di ragionare e coprire porzioni di campo. Al 25° ultimo cambio. Entra Maita al posto di Selvatico, poco incisivo fino a quel momento.
Il Catanzaro avrebbe anche l’opportunità di andare nuovamente in gol al 27° sempre con Foresta ma la sua corsa a rete viene bloccata dal difensore gialloblu che lo stende in aria. Rigore? no, l’arbitro ammonisce il centrocampista per simulazione. Al 39° la beffa. Gomez tira a due passi, su assist dell’attivissimo Arcidiacono, e la palla finisce in rete regalando ai campani la gioia dei 3 punti. Di corsa sotto la Est. Il Catanzaro si tuffa in avanti ma non riesce a pareggiare con Agodirin che spara alto di testa sul traversone di Taddei.
Fine del match. Secondo sconfitta consecutiva casalinga per il Catanzaro targato D’Urso che conquista un punto in tre partite. Media retrocessione – come lui stesso ammetterà in conferenza stampa – . Malgrado tutto, gli ultras applaudono i propri giocatori (giunti intanto sotto la curva) per l’impegno e la maglia sudata. Impegno ricambiato da un tifo non delle grandi occasioni ma continuo e irriducibile. Unica vera nota di colore in una giornata veramente squallida.
Ciò che resta è l’amarezza della tifoseria ancora una volta umiliata da una sconfitta sul campo, resa ancora più frustrante da un momento di grande difficoltà per squadra e staff societario, alla ricerca di punti e stabilità. Ma, è inutile negarlo: è una squadra complessivamente limitata sul piano tecnico e incompleta. Priva di grandi aspettative. Costruita con un budget ridottissimo dal suo Ds (o Dg?) Donnarumma, chiamato per un progetto di medio-lungo termine che, dopo le prime uscite, sembra parlare già chiaro!
Tutto fa credere che Cosentino abbia perso ogni interesse verso l’Us 1929. Deluso e irritato. Inopportuno in più di un’occasione. Le prossime giornate saranno decisive per capire cosa succederà, ma tutto fa pensare che il giocattolo si sia rotto. L’addio annunciato di Mr Gicos, ufficializzato al termine della prima partita di campionato dopo i fischi di contestazione, ha creato il vuoto intorno all’Us Catanzaro e la sfiducia ha preso il sopravvento nella gran parte della tifoseria. I numeri del Ceravolo parlano chiaro. Minimi storici. Solo il ritorno degli ultras ha ridato entusiasmo, ma la curva ieri era paurosamente vuota. Manca solo la ciliegina sulla torta che potrebbe arrivare nel derby con il Cosenza, ma ci si augura che D’Urso e compagni, già dalla prossima partita, siano capaci di dimostrare il contrario con una bella prestazione sul campo.
Ora tocca restare uniti ma c’è già chi pensa al futuro. C’è già chi chiede la testa di Cosentino, fin da subito, convinto che andare avanti così porta dritti alla retrocessione. A dimostrazione di un rapporto che ormai si è spezzato. C’è già chi prefigura proposte nuove cordate. C’è già chi sogna e chiede a gran voce l’entrata in campo di quella imprenditoria locale che sulla carta potrebbe sostenere impegni economici e progetti societari di alto livello. Un gesto d’amore vero, un atto di riconoscenza che la città, la tifoseria, gli ultras meritano da tempo.
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