Le uniche certezze in vista delle elezioni regionali del 26 gennaio 2020, per il momento sono Pippo Callipo e Francesco Aiello. Il primo, ormai sicuro candidato del Pd dopo il battesimo del segretario nazionale del partito, Zingaretti, sceso in Calabria proprio per mettere fine alle incertezze.
Il secondo, candidato del movimento Cinque stelle, non è ancora definitivo. Domani gli iscritti del movimento decideranno se confermare o bocciare l’indicazione dei parlamentari sul professore dell’Unical. In caso contrario, nuova votazione giovedì.
Non si conosce ancora il nome del candidato del centrodestra. La coalizione rappresentata da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia non ha sciolto la riserva ma promette di ufficializzare il nome entro la fine di questa settimana.
La scelta spetta a Forza Italia ma fino ad ora i nomi proposti dal partito di Berlusconi non hanno trovato l’accordo della Lega. Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza e candidato ideale per i forzisti calabresi, non piace affatto al partito di Salvini che ha rigettato sia il suo nome che quello del fratello Roberto, deputato, molto irritato da questa doppia bocciatura. Talmente tanto da dichiararsi pronto a lasciare il partito. Reazione che cammina di pari passo con quella del fratello Mario, convinto di potersi comunque candidare, in continuità con un progetto che va avanti ormai da molti mesi e che ha sempre visto il suo nome al centro del proprio partito. Partito che, tuttavia, secondo l’indicazione espressa dal suo leader nazionale, pare restare fedele alla coalizione di centrodestra accettando il compromesso con la Lega, diventata forte in Calabria, a tal punto da dettare le condizioni. Condizioni che non trovano la condivisione dei fratelli Occhiuto e dei suoi seguaci che intendono andare avanti lo stesso per la propria strada.
Il prossimo futuro potrebbe provocare una frattura della coalizione oppure una spaccatura interna a Forza Italia che a quel punto, pur di seguire la coalizione, si priverebbe di Mario Occhiuto e dei suoi seguaci. In questo caso, il centrodestra potrebbe esprime due candidati diversi e Forza Italia sarebbe ridimensionato come partito. Cosa diversa nel caso in cui Forza Italia decidesse di appoggiare la candidatura di Mario Occhiuto e lasciare la coalizione calabrese. A quel punto, il centrodestra, già forte grazie ai voti della Lega e di Fratelli d’Italia, sarebbe un po’ meno competitivo nei confronti di un centrosinistra che pare stia trovando la convergenza sull’industriale del tonno. Un’opzione, questa, sempre più difficile dopo l’incontro dei tre leader nazionali, Salvini, Meloni e Berlusconi. Ma ancora nulla è definito. L’ultimo nome venuto fuori con fatica da Forza Italia per la coalizione di centrodestra è quello di Iole Santelli, coordinatrice regionale del medesimo partito e vicesindaco dimissionario di Cosenza, in risposta alle ultime polemiche cresciute proprio sul nome del candidato.
Nel centrosinistra la situazione non è migliore. Il governatore uscente, Mario Oliverio, non molla la presa e sta cercando di convincere senza alcun esito il segretario nazionale del partito, Zingaretti, a recedere dalla candidatura di Callipo, in nome di una figura esterna che possa rilanciare la rigenerazione del centrosinistra unito. Un concetto ripreso dall’appello lanciato dalla leader delle “6000 sardine” calabresi, Jasmine Cristallo, che ha chiesto alle forze democratiche di fare un passo indietro per il bene delle Calabria. Appello non raccolto dal segretario Zingaretti che ha confermato la candidatura di Callipo e ha chiesto alla coalizione di restare unita. Spetta dunque a Oliverio scegliere se stringersi intorno al candidato del partito o procedere diversamente, magari riproponendo proprio il suo nome per le lezioni del 26 gennaio e presentare le liste di cui ha parlato di recente. Le prossime ore saranno decisive per capire cosa accadrà.
Nel caso in cui Oliverio decidesse di optare per un’altra candidatura, allora il Pd tecnicamente dovrebbe procedere alle espulsioni dei cosiddetti dissidenti. Cosa ben diversa se Oliverio dovesse decidere di accettare la candidatura di Callipo e sostenere il partito. A quel punto il centrosinistra potrebbe davvero giocarsela fino alla fine contro un centrodestra forte, ma non tanto da farsi una passeggiata.
Il movimento delle “6000 sardine” calabresi, dopo l’appello all’unità non raccolto dal leader nazionale del partito Zingaretti, sembra proprio non voler prendere parte a questo balletto di nomi e liste e, per voce della sua coordinatrice, Cristallo, ribadisce di non farsi prendere dalla giacchetta da nessuno e dichiara di voler restare fuori da questa competizione elettorale.
Regionali. Frizioni interne e spaccature all’orizzonte complicano i piani di entrambe le coalizioni
Le uniche certezze in vista delle elezioni regionali del 26 gennaio 2020, per il momento sono Pippo Callipo e Francesco Aiello. Il primo, ormai sicuro candidato del Pd dopo il battesimo del segretario nazionale del partito, Zingaretti, sceso in Calabria proprio per mettere fine alle incertezze.
Il secondo, candidato del movimento Cinque stelle, non è ancora definitivo. Domani gli iscritti del movimento decideranno se confermare o bocciare l’indicazione dei parlamentari sul professore dell’Unical. In caso contrario, nuova votazione giovedì.
Non si conosce ancora il nome del candidato del centrodestra. La coalizione rappresentata da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia non ha sciolto la riserva ma promette di ufficializzare il nome entro la fine di questa settimana.
La scelta spetta a Forza Italia ma fino ad ora i nomi proposti dal partito di Berlusconi non hanno trovato l’accordo della Lega. Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza e candidato ideale per i forzisti calabresi, non piace affatto al partito di Salvini che ha rigettato sia il suo nome che quello del fratello Roberto, deputato, molto irritato da questa doppia bocciatura. Talmente tanto da dichiararsi pronto a lasciare il partito. Reazione che cammina di pari passo con quella del fratello Mario, convinto di potersi comunque candidare, in continuità con un progetto che va avanti ormai da molti mesi e che ha sempre visto il suo nome al centro del proprio partito. Partito che, tuttavia, secondo l’indicazione espressa dal suo leader nazionale, pare restare fedele alla coalizione di centrodestra accettando il compromesso con la Lega, diventata forte in Calabria, a tal punto da dettare le condizioni. Condizioni che non trovano la condivisione dei fratelli Occhiuto e dei suoi seguaci che intendono andare avanti lo stesso per la propria strada.
Il prossimo futuro potrebbe provocare una frattura della coalizione oppure una spaccatura interna a Forza Italia che a quel punto, pur di seguire la coalizione, si priverebbe di Mario Occhiuto e dei suoi seguaci. In questo caso, il centrodestra potrebbe esprime due candidati diversi e Forza Italia sarebbe ridimensionato come partito. Cosa diversa nel caso in cui Forza Italia decidesse di appoggiare la candidatura di Mario Occhiuto e lasciare la coalizione calabrese. A quel punto, il centrodestra, già forte grazie ai voti della Lega e di Fratelli d’Italia, sarebbe un po’ meno competitivo nei confronti di un centrosinistra che pare stia trovando la convergenza sull’industriale del tonno. Un’opzione, questa, sempre più difficile dopo l’incontro dei tre leader nazionali, Salvini, Meloni e Berlusconi. Ma ancora nulla è definito. L’ultimo nome venuto fuori con fatica da Forza Italia per la coalizione di centrodestra è quello di Iole Santelli, coordinatrice regionale del medesimo partito e vicesindaco dimissionario di Cosenza, in risposta alle ultime polemiche cresciute proprio sul nome del candidato.
Nel centrosinistra la situazione non è migliore. Il governatore uscente, Mario Oliverio, non molla la presa e sta cercando di convincere senza alcun esito il segretario nazionale del partito, Zingaretti, a recedere dalla candidatura di Callipo, in nome di una figura esterna che possa rilanciare la rigenerazione del centrosinistra unito. Un concetto ripreso dall’appello lanciato dalla leader delle “6000 sardine” calabresi, Jasmine Cristallo, che ha chiesto alle forze democratiche di fare un passo indietro per il bene delle Calabria. Appello non raccolto dal segretario Zingaretti che ha confermato la candidatura di Callipo e ha chiesto alla coalizione di restare unita. Spetta dunque a Oliverio scegliere se stringersi intorno al candidato del partito o procedere diversamente, magari riproponendo proprio il suo nome per le lezioni del 26 gennaio e presentare le liste di cui ha parlato di recente. Le prossime ore saranno decisive per capire cosa accadrà.
Nel caso in cui Oliverio decidesse di optare per un’altra candidatura, allora il Pd tecnicamente dovrebbe procedere alle espulsioni dei cosiddetti dissidenti. Cosa ben diversa se Oliverio dovesse decidere di accettare la candidatura di Callipo e sostenere il partito. A quel punto il centrosinistra potrebbe davvero giocarsela fino alla fine contro un centrodestra forte, ma non tanto da farsi una passeggiata.
Il movimento delle “6000 sardine” calabresi, dopo l’appello all’unità non raccolto dal leader nazionale del partito Zingaretti, sembra proprio non voler prendere parte a questo balletto di nomi e liste e, per voce della sua coordinatrice, Cristallo, ribadisce di non farsi prendere dalla giacchetta da nessuno e dichiara di voler restare fuori da questa competizione elettorale.
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