Apprendo dai giornali locali periodicamente di arresti per droga. Sono turbato, anche preoccupato devo dire, ma inizio a non capire. L’ultimo blitz di stamattina. incredibile! Questa volta meno facce conosciute ma cmq storie di casa nostra. Registro con un certo stupore i complimenti del sindaco Sergio Abramo alla Polizia per l’ottimo lavoro svolto sul terreno della repressione. Chissà cosa gli gira in testa al nostro caro sindaco. Mi sarei aspettato iniziative pubbliche su altri temi ben più importanti. Registro ancora una volta che la Questura di Catanzaro è molto impegnata sul campo e che a quanto pare procede spedita verso un’opera di bonifica del territorio quasi in modo sistematico. Osservo con curiosità e rifletto. Detto ciò, tuttavia restano irrisolti alcuni interrogativi che mi assillano da sempre. Provo quindi ad analizzare questa storia di bieca repressione da un’altro punto di vista. Dall’angolazione di chi la città la conosce e la vive da decenni. Di chi non si è mai scandalilizzato di fronte ad uno spinello o alle perversioni postmoderne ed effimere che ormai non fanno nemmeno più notizia. Robbaccia di post-capitalismo sudicio. Fanno gola a molti. Non per questo mi sento uno scellerato o un incosciente. Con grande fortuna cerco di trasmettere felicità alle mie splendide figlie insieme alla mia compagna. Spesso non ci riesco ma non è difficile capire perchè. Vivere qui è veramente un’impresa. Sono pronto a scommettere che nessuno oserebbe contraddirmi. Ai nostri amministratori, ai giornalisti, a chi sente di essere in grado di giudicare, chiedo: cosa pensate di questi ragazzi che finiscono in galera per droga, spesso per consumo reiterato? Secondo voi perchè accade tutto questo? Mi chiedo e vi chiedo pure: abbiamo mai offerto una sola opportunità, una strada da percorrere, un sostegno, una sola possibilità, un solo punto fermo che non sia la famiglia, per chi ce l’ha? Mi permetto di rispondere: No, assolutamente no. Stato assente, politica latitante. Questa è la verità, miei cari e i risultati si vedono. Sono decenni che è così. La lentezza fa da padrona da queste parti, la visione pubblica non esiste. Qui funziona così: chi ha spalle e famiglie forti forse va avanti, gli altri, la massa resta al palo. I destini non hanno medesime direzioni, gli orizzonti non sono gli stessi. C’è chi campa alla giornata e chi fa i progetti di vita. C’è chi accumula e chi raschia il fondo dei risparmi. Qui lo Stato viene percepito come un problema e non come un punto di riferimento. Penso di non esagerare se dico che i nostri giovani vengono uccisi due volte. La prima quando scoprono di abitare in un posto assurdo dove le chance di riuscita sono quasi pari allo zero, la seconda quando vengono arrestati per droga. E’ proprio qui che arriva a compimento il processo di lento e inesorabile annullamento dell’individuo, sul piano umano e sociale. il dramma interiore che ti fa odiare tutto e tutti. che ti fa desiderare la fuga. Voi che sapete trovare le parole giuste al momento gusto, che fate a gara per acchiappare notizie buie, ricordate sempre che la qualità della vita del nostro capoluogo di regione è al di sotto della dignità umana e che le nuove generazioni non vedono l’ora di andar via. Mi auguro che non vi sfugga mai questo dato. Non vi sfugga mai che Cosenza (non milano o berlino) appare ai nostri giovani concittadini, che ci vanno per la prima volta, una città all’avanguardia al cospetto del nostro amatissimo capoluogo di regione. Che in Europa e non solo, si parla di depenalizzazione delle droghe leggere e pesanti per sottrarle ai grandi affari delle mafie: il Portogallo è già passato all’azione da anni. Che è vergognoso oltre che ignobile pensare di demonizzare la nostra gente, i nostri ragazzi, condannati a vivere in una città di questo genere. la droga è un dramma sociale, si è vero, va combattuta ma non con le manette ma con gli strumenti adeguati. L’odio richiama odio e così facendo rischiamo di far venir fuori non tanto una generazioni di drogati ma di spietati criminali.
… Quando si muore due volte!
- 19 Settembre
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… Quando si muore due volte!
Apprendo dai giornali locali periodicamente di arresti per droga. Sono turbato, anche preoccupato devo dire, ma inizio a non capire. L’ultimo blitz di stamattina. incredibile! Questa volta meno facce conosciute ma cmq storie di casa nostra. Registro con un certo stupore i complimenti del sindaco Sergio Abramo alla Polizia per l’ottimo lavoro svolto sul terreno della repressione. Chissà cosa gli gira in testa al nostro caro sindaco. Mi sarei aspettato iniziative pubbliche su altri temi ben più importanti. Registro ancora una volta che la Questura di Catanzaro è molto impegnata sul campo e che a quanto pare procede spedita verso un’opera di bonifica del territorio quasi in modo sistematico. Osservo con curiosità e rifletto. Detto ciò, tuttavia restano irrisolti alcuni interrogativi che mi assillano da sempre. Provo quindi ad analizzare questa storia di bieca repressione da un’altro punto di vista. Dall’angolazione di chi la città la conosce e la vive da decenni. Di chi non si è mai scandalilizzato di fronte ad uno spinello o alle perversioni postmoderne ed effimere che ormai non fanno nemmeno più notizia. Robbaccia di post-capitalismo sudicio. Fanno gola a molti. Non per questo mi sento uno scellerato o un incosciente. Con grande fortuna cerco di trasmettere felicità alle mie splendide figlie insieme alla mia compagna. Spesso non ci riesco ma non è difficile capire perchè. Vivere qui è veramente un’impresa. Sono pronto a scommettere che nessuno oserebbe contraddirmi. Ai nostri amministratori, ai giornalisti, a chi sente di essere in grado di giudicare, chiedo: cosa pensate di questi ragazzi che finiscono in galera per droga, spesso per consumo reiterato? Secondo voi perchè accade tutto questo? Mi chiedo e vi chiedo pure: abbiamo mai offerto una sola opportunità, una strada da percorrere, un sostegno, una sola possibilità, un solo punto fermo che non sia la famiglia, per chi ce l’ha? Mi permetto di rispondere: No, assolutamente no. Stato assente, politica latitante. Questa è la verità, miei cari e i risultati si vedono. Sono decenni che è così. La lentezza fa da padrona da queste parti, la visione pubblica non esiste. Qui funziona così: chi ha spalle e famiglie forti forse va avanti, gli altri, la massa resta al palo. I destini non hanno medesime direzioni, gli orizzonti non sono gli stessi. C’è chi campa alla giornata e chi fa i progetti di vita. C’è chi accumula e chi raschia il fondo dei risparmi. Qui lo Stato viene percepito come un problema e non come un punto di riferimento. Penso di non esagerare se dico che i nostri giovani vengono uccisi due volte. La prima quando scoprono di abitare in un posto assurdo dove le chance di riuscita sono quasi pari allo zero, la seconda quando vengono arrestati per droga. E’ proprio qui che arriva a compimento il processo di lento e inesorabile annullamento dell’individuo, sul piano umano e sociale. il dramma interiore che ti fa odiare tutto e tutti. che ti fa desiderare la fuga. Voi che sapete trovare le parole giuste al momento gusto, che fate a gara per acchiappare notizie buie, ricordate sempre che la qualità della vita del nostro capoluogo di regione è al di sotto della dignità umana e che le nuove generazioni non vedono l’ora di andar via. Mi auguro che non vi sfugga mai questo dato. Non vi sfugga mai che Cosenza (non milano o berlino) appare ai nostri giovani concittadini, che ci vanno per la prima volta, una città all’avanguardia al cospetto del nostro amatissimo capoluogo di regione. Che in Europa e non solo, si parla di depenalizzazione delle droghe leggere e pesanti per sottrarle ai grandi affari delle mafie: il Portogallo è già passato all’azione da anni. Che è vergognoso oltre che ignobile pensare di demonizzare la nostra gente, i nostri ragazzi, condannati a vivere in una città di questo genere. la droga è un dramma sociale, si è vero, va combattuta ma non con le manette ma con gli strumenti adeguati. L’odio richiama odio e così facendo rischiamo di far venir fuori non tanto una generazioni di drogati ma di spietati criminali.
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