Conferenza stampa a Palazzo De Nobili sul futuro della società partecipata che gestisce la raccolta differenziata. Rifondazione Comunista, Baco Resistente e Cgil si interrogano sulle intenzioni del "sindaco proclamato" e rilanciano quella che considerano l'unica soluzione sostenibile: "Mantenere il servizio a partecipazione pubblica".
Il destino della società partecipata Ambiente e Servizi ancora al centro del dibattito pubblico catanzarese dopo che il neo sindaco Sergio Abramo aveva paventato la possibilità di chiudere la società municipalizzata a causa del forte indebitamento e dei costi del personale.
In una conferenza stampa l’ex consigliere comunale Eugenio Occhini, Pino Commodari di Rifondazione Comunista in tandem con il sindacalista della Cgil Giacomo Montesano, hanno espresso tutta la loro preoccupazione per il settore dei rifiuti in generale e della partecipata Ambiente e Servizi in particolare. Spiega Occhini: “Già da qualche tempo era nell’aria il sentore che una parte politica avrebbe voluto chiudere la società nonostante tutti gli atti prodotti dagli organismi istituzionali che hanno voce in capitolo ribadiscono senza tentennamenti la necessità di mantenere in capo al Comune il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Anche le delibere di giunta – l’ultima è datata 3 gennaio 2012 – indicano una direzione univoca: mantenere il servizio sotto il controllo pubblico”.
Ma Abramo da questo orecchio sembra che non ci sente. A più riprese ha infatti lasciato intendere di voler privatizzare il servizio ritenendo la gestione pubblica improduttiva e inefficiente. Con questa motivazione: “Il costo di Ambiente e servizi è altissimo”. Gli replica, dati alla mano, Occhini: “Tutti gli esperimenti di privatizzazione dei servizi pubblici locali hanno prodotto in Italia risultati pessimi: sia sul fronte dell’aumento delle tariffe che nel peggioramento della qualità dei servizi”. E snocciola i dati relativi all’organigramma della società: “Ambiente e servizi ha 3 capi squadra e 35 unità: 11 operatori ecologici, 1 addetto alle pulizie (disabile), 15 autisti (che in molti casi hanno una doppia mansione) e 5 amministrativi. Il costo complessivo sta intorno ai 100mila euro mensili: in linea con il contratto collettivo nazionale dei servizi ambientali”. Pino Commodari (Rifondazione comunista) rincara la dose: “Il peso delle privatizzazioni, come dimostrano i primi esperimenti nazionali, viene scaricato tutto sui cittadini. Nel caso specifico di Ambiente e servizi, poi, anche dal punto di vista economico, ricapitalizzare conviene più che chiudere. D’altronde la liquidazione della società renderebbe inutili tutte le spese finora sostenute”.
Dello stesso parere il sindacalista della Cgil Giacomo Montesano: “E’ illogico affidare i servizi pubblici ai privati. In questo senso già i cittadini si erano espressi chiaramente con il referendum dello scorso anno.
Il problema –chiosa Montesano – è che in Calabria la politica è dominata dagli interessi e il settore dei rifiuti non fa eccezione”.
Privatizzare Ambiente&Servizi? No, grazie!
Conferenza stampa a Palazzo De Nobili sul futuro della società partecipata che gestisce la raccolta differenziata. Rifondazione Comunista, Baco Resistente e Cgil si interrogano sulle intenzioni del "sindaco proclamato" e rilanciano quella che considerano l'unica soluzione sostenibile: "Mantenere il servizio a partecipazione pubblica".
Il destino della società partecipata Ambiente e Servizi ancora al centro del dibattito pubblico catanzarese dopo che il neo sindaco Sergio Abramo aveva paventato la possibilità di chiudere la società municipalizzata a causa del forte indebitamento e dei costi del personale.
In una conferenza stampa l’ex consigliere comunale Eugenio Occhini, Pino Commodari di Rifondazione Comunista in tandem con il sindacalista della Cgil Giacomo Montesano, hanno espresso tutta la loro preoccupazione per il settore dei rifiuti in generale e della partecipata Ambiente e Servizi in particolare. Spiega Occhini: “Già da qualche tempo era nell’aria il sentore che una parte politica avrebbe voluto chiudere la società nonostante tutti gli atti prodotti dagli organismi istituzionali che hanno voce in capitolo ribadiscono senza tentennamenti la necessità di mantenere in capo al Comune il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Anche le delibere di giunta – l’ultima è datata 3 gennaio 2012 – indicano una direzione univoca: mantenere il servizio sotto il controllo pubblico”.
Ma Abramo da questo orecchio sembra che non ci sente. A più riprese ha infatti lasciato intendere di voler privatizzare il servizio ritenendo la gestione pubblica improduttiva e inefficiente. Con questa motivazione: “Il costo di Ambiente e servizi è altissimo”. Gli replica, dati alla mano, Occhini: “Tutti gli esperimenti di privatizzazione dei servizi pubblici locali hanno prodotto in Italia risultati pessimi: sia sul fronte dell’aumento delle tariffe che nel peggioramento della qualità dei servizi”. E snocciola i dati relativi all’organigramma della società: “Ambiente e servizi ha 3 capi squadra e 35 unità: 11 operatori ecologici, 1 addetto alle pulizie (disabile), 15 autisti (che in molti casi hanno una doppia mansione) e 5 amministrativi. Il costo complessivo sta intorno ai 100mila euro mensili: in linea con il contratto collettivo nazionale dei servizi ambientali”. Pino Commodari (Rifondazione comunista) rincara la dose: “Il peso delle privatizzazioni, come dimostrano i primi esperimenti nazionali, viene scaricato tutto sui cittadini. Nel caso specifico di Ambiente e servizi, poi, anche dal punto di vista economico, ricapitalizzare conviene più che chiudere. D’altronde la liquidazione della società renderebbe inutili tutte le spese finora sostenute”.
Dello stesso parere il sindacalista della Cgil Giacomo Montesano: “E’ illogico affidare i servizi pubblici ai privati. In questo senso già i cittadini si erano espressi chiaramente con il referendum dello scorso anno.
Il problema –chiosa Montesano – è che in Calabria la politica è dominata dagli interessi e il settore dei rifiuti non fa eccezione”.
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