CATANZARO. Per la seconda volta, l’Aula rossa non ha potuto eleggere il presidente del Consiglio. Questa volta, l’opposizione ha lasciato i banchi non consentendo così il raggiungimento del numero legale. L’urna ha rivelato 20 schede bianche. Nulla di fatto. La terza votazione sarà quella decisiva ma quanta fatica tra i banchi della maggioranza.
Non so perché, ma seguire in il Consiglio comunale di Catanzaro lascia un amaro dentro insostenibile. Si ha la sensazione di cogliere dell’inutilità della macchina amministrativa, di qualcosa che deve andare avanti per forza d’inerzia ma che, in effetti, non produce benefici per la collettività. Ritengo la pensino allo stesso modo molti miei concittadini. Poco fa, infatti, è stato archiviato l’ultimo capitoletto di una seduta inutile, in cui ancora una volta, il centrosinistra unito ha invalidato il voto per l’elezione del presidente del Consiglio comunale. L’esercizio dell’opposizione trova così risultato. Questa volta, però, anche la maggioranza ha votato scheda bianca, rimandando alla nuova seduta l’elezione del nuovo presidente del Consiglio che, stando alla prima votazione, dovrebbe essere ancora Ivan Cardamone, consigliere tenuto in grande considerazione da Domenico Tallini, vero deus ex machina dell’Aula rossa. Si delinea, tuttavia, la spaccatura tra i banchi del centrodestra. Sergio Costanzo, consigliere eletto nelle fila del Pdl, lascia nuovamente il suo posto, confermando di aver preso le distanze dal gruppo di Tallini, mentre qualcosa di molto chiaro fa pensare che non sarà l’unico a dare uno strappo. E chi se lo immaginava. I franchi tiratori della prima elezione sono ancora in Aula e sono lì a far pesare il voto.
Alla fine dei lavori, conferenza stampa volante del centrosinistra per spiegare le ragioni di tale scelta che conferma la compattezza tra i banchi di un’opposizione ringiovanita e convinta di poter svolgere un ruolo importante. Della serie: nessun compromesso con chi governa questa Giunta. Si aprono scenari nuovi. Sarà una battaglia colpo su colpo che non risparmierà nessuno. D’altra parte, le polemiche scaturite dopo il voto di maggio che hanno sollevato dubbi molto pesanti sulla validità dello scrutinio lasciavano presagire un’attività di questo tipo. Il ricorso al Tar, le denunce sulla stampa, l’ombra dei brogli, le indagini della magistratura, l’eco nazionale rimbalzato da tutte le parti hanno sicuramente compromesso politicamente la terza era Abramo. Che ancora non riesce a far partire la macchina decisionale.
Maggioranza in crisi, tra opposizione e franchi tiratori
CATANZARO. Per la seconda volta, l’Aula rossa non ha potuto eleggere il presidente del Consiglio. Questa volta, l’opposizione ha lasciato i banchi non consentendo così il raggiungimento del numero legale. L’urna ha rivelato 20 schede bianche. Nulla di fatto. La terza votazione sarà quella decisiva ma quanta fatica tra i banchi della maggioranza.
Non so perché, ma seguire in il Consiglio comunale di Catanzaro lascia un amaro dentro insostenibile. Si ha la sensazione di cogliere dell’inutilità della macchina amministrativa, di qualcosa che deve andare avanti per forza d’inerzia ma che, in effetti, non produce benefici per la collettività. Ritengo la pensino allo stesso modo molti miei concittadini. Poco fa, infatti, è stato archiviato l’ultimo capitoletto di una seduta inutile, in cui ancora una volta, il centrosinistra unito ha invalidato il voto per l’elezione del presidente del Consiglio comunale. L’esercizio dell’opposizione trova così risultato. Questa volta, però, anche la maggioranza ha votato scheda bianca, rimandando alla nuova seduta l’elezione del nuovo presidente del Consiglio che, stando alla prima votazione, dovrebbe essere ancora Ivan Cardamone, consigliere tenuto in grande considerazione da Domenico Tallini, vero deus ex machina dell’Aula rossa. Si delinea, tuttavia, la spaccatura tra i banchi del centrodestra. Sergio Costanzo, consigliere eletto nelle fila del Pdl, lascia nuovamente il suo posto, confermando di aver preso le distanze dal gruppo di Tallini, mentre qualcosa di molto chiaro fa pensare che non sarà l’unico a dare uno strappo. E chi se lo immaginava. I franchi tiratori della prima elezione sono ancora in Aula e sono lì a far pesare il voto.
Alla fine dei lavori, conferenza stampa volante del centrosinistra per spiegare le ragioni di tale scelta che conferma la compattezza tra i banchi di un’opposizione ringiovanita e convinta di poter svolgere un ruolo importante. Della serie: nessun compromesso con chi governa questa Giunta. Si aprono scenari nuovi. Sarà una battaglia colpo su colpo che non risparmierà nessuno. D’altra parte, le polemiche scaturite dopo il voto di maggio che hanno sollevato dubbi molto pesanti sulla validità dello scrutinio lasciavano presagire un’attività di questo tipo. Il ricorso al Tar, le denunce sulla stampa, l’ombra dei brogli, le indagini della magistratura, l’eco nazionale rimbalzato da tutte le parti hanno sicuramente compromesso politicamente la terza era Abramo. Che ancora non riesce a far partire la macchina decisionale.
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