“Paperino” sotto la curva Est diciotto anni fa placcato dalla polizia mentra tenta di portare via lo striscione “Vecchia Guardia Catania”
L’immediato post-partita, tra Catanzaro e Cosenza, è di quelli che non ti aspetti per un’edizione così poco avvincente del derby calabrese. Mai così pochi al Ceravolo, in un match così sentito. Il pareggio un po’ scontato accontenta tutti (?) e i giocatori vanno sotto le rispettive curve. Ma la tensione è ancora alta e il triplice fischio non decreta la fine delle ostilità sugli spalti.
Un tifoso bruzio invade il terreno di gioco e sfida la tifoseria di casa. Gesto provocatorio che non lascia indifferente la Cmc ma soprattutto un vecchio ultras come “paperino” che, a quel punto, emula le sue medesime gesta, lo raggiunge di corsa e ne ingaggia un duello fisico “vecchia maniera” che recupera una mentalità ultras d’altri tempi. E guarda caso, i due protagonisti non sono proprio giovanissimi.
Sembra una fotografia anni Ottanta, un gesto romantico folle che lascia un po’ tutti a bocca aperta, ma da un’altra ottica, dall’ottica di chi certe cose le ha vissute in prima persona, ha un gran valore simbolico. E’ una sfida di pancia al calcio moderno. Ad un calcio irriconoscibile, scadente, fatto di pay-tv e trasferte programmate fino all’ultimo millimetro! Di posti assegnati, percorsi tracciati, tifosi addomesticati. Tutto quello che ha distrutto il cuore del tifo.
Solo il placcaggio della Digos darà fine ad un fuoriprogramma extracalcistico che ricorderà un derby sotto tono. Bilancio finale: il supporter cosentino viene trasportato al Pronto soccorso per le cure mediche, mentre il nostro “paperino” viene tradotto in Questura. Nella migliore delle ipotesi ad entrambi sarà notificato il Daspo. Addio stadio, per un bel pò di tempo.
Diciotto anni prima, lo stesso “paperino”, proprio sotto la Est, per poco non riusciva a portare via “Vecchia Guardia Catania” sotto gli occhi di centinaia di supporters rosso-azzurri salvati nell’onore dall’intervento della polizia che riesce a bloccarlo in tempo. Era l’anno in cui i catanesi furono caricati da una folla inferocita proprio all’esterno del Ceravolo, rei di aver infangato il nome di Massimo Capraro. Questa è storia! La storia di un movimento ultras che in città ha segnato la vita di centinaia di giovani. E’ la storia di una società di calcio che ha sedotto migliaia di persone. E’ la storia di un movimento straordinario di volti e gesta non ricordati dalla storia ufficiale, ma che viene tramandata nella memoria orale di varie generazioni. E’ la nostra storia!
Il post-partita non farà registrare altre tensioni tra le opposte tifoserie. La prevenzione poliziesca ha sortito i suoi effetti ma a tratti ha rivelato anche debolezze. L’arrivo in automobile di numerosi tifosi del Cosenza, infatti, poteva causare grossi problemi soprattutto sul percorso verso il settore ospiti che passa tra i palazzi. E infatti, qualche piccolo episodio c’è stato. Ma nulla di grave. Scaramucce verbali, qualche lancio di oggetti e la difficoltà di controllare una carovana di automobili che attraversa una parte della città. Altri tempi sarebbe stato impensabile!
Del resto, tutto come da copione. Il Cosenza di Roselli non fa la storia a Catanzaro, mentre le aquile non spiccano il volo che tutti speravano. l’impegno in campo c’è, ma il derby sugli spalti appare sbiadito e poco partecipato. La Curva Massimo Capraro non è al top ma si fa sentire. La curva est appare spesso in silenzio ma d’altra parte non rappresenta tutta la tifoseria cosentina divisa dalla tessera del tifoso.
Il Catanzaro di D’Urso conferma limiti tecnici e grosse difficoltà in fase di manovra di gioco. Inguardabile la prova dell’attaccante di colore. A centrocampo, una discreta prova di Maita si contrappone ad una affannata prestazione di Giampà. Il resto rivelerà la solita abnegazione di Razzitti (autore del pareggio, su rigore) che per un attimo strozza il boato del Ceravolo illuso da un buco nella rete. Conforta la presenza imponente di Moi al centro della difesa. Non si capisce perché invece Mr D’Urso preferisca Giampà e Agodirin a Foresta e Mancuso, buttati dentro, solo sul finale.
In tribuna, risalta l’assenza di Mr Gicos, sempre più distante dalle sorti del sodalizio giallorosso ma che promette di salvare la categoria. In molti si chiedono in che modo, senza ricorrere al mercato degli svincolati. Chissà… La prossima trasferta si gioca proprio al Massimino (ex Cibali) contro un Catania forte, e reduce da una penalizzazione già azzerata. La partita è in programma lunedì sera, alle 20.
Le “vecchie maniere” in un derby sbiadito!
“Paperino” sotto la curva Est diciotto anni fa placcato dalla polizia mentra tenta di portare via lo striscione “Vecchia Guardia Catania”
L’immediato post-partita, tra Catanzaro e Cosenza, è di quelli che non ti aspetti per un’edizione così poco avvincente del derby calabrese. Mai così pochi al Ceravolo, in un match così sentito. Il pareggio un po’ scontato accontenta tutti (?) e i giocatori vanno sotto le rispettive curve. Ma la tensione è ancora alta e il triplice fischio non decreta la fine delle ostilità sugli spalti.
Un tifoso bruzio invade il terreno di gioco e sfida la tifoseria di casa. Gesto provocatorio che non lascia indifferente la Cmc ma soprattutto un vecchio ultras come “paperino” che, a quel punto, emula le sue medesime gesta, lo raggiunge di corsa e ne ingaggia un duello fisico “vecchia maniera” che recupera una mentalità ultras d’altri tempi. E guarda caso, i due protagonisti non sono proprio giovanissimi.
Sembra una fotografia anni Ottanta, un gesto romantico folle che lascia un po’ tutti a bocca aperta, ma da un’altra ottica, dall’ottica di chi certe cose le ha vissute in prima persona, ha un gran valore simbolico. E’ una sfida di pancia al calcio moderno. Ad un calcio irriconoscibile, scadente, fatto di pay-tv e trasferte programmate fino all’ultimo millimetro! Di posti assegnati, percorsi tracciati, tifosi addomesticati. Tutto quello che ha distrutto il cuore del tifo.
Solo il placcaggio della Digos darà fine ad un fuoriprogramma extracalcistico che ricorderà un derby sotto tono. Bilancio finale: il supporter cosentino viene trasportato al Pronto soccorso per le cure mediche, mentre il nostro “paperino” viene tradotto in Questura. Nella migliore delle ipotesi ad entrambi sarà notificato il Daspo. Addio stadio, per un bel pò di tempo.
Diciotto anni prima, lo stesso “paperino”, proprio sotto la Est, per poco non riusciva a portare via “Vecchia Guardia Catania” sotto gli occhi di centinaia di supporters rosso-azzurri salvati nell’onore dall’intervento della polizia che riesce a bloccarlo in tempo. Era l’anno in cui i catanesi furono caricati da una folla inferocita proprio all’esterno del Ceravolo, rei di aver infangato il nome di Massimo Capraro. Questa è storia! La storia di un movimento ultras che in città ha segnato la vita di centinaia di giovani. E’ la storia di una società di calcio che ha sedotto migliaia di persone. E’ la storia di un movimento straordinario di volti e gesta non ricordati dalla storia ufficiale, ma che viene tramandata nella memoria orale di varie generazioni. E’ la nostra storia!
Il post-partita non farà registrare altre tensioni tra le opposte tifoserie. La prevenzione poliziesca ha sortito i suoi effetti ma a tratti ha rivelato anche debolezze. L’arrivo in automobile di numerosi tifosi del Cosenza, infatti, poteva causare grossi problemi soprattutto sul percorso verso il settore ospiti che passa tra i palazzi. E infatti, qualche piccolo episodio c’è stato. Ma nulla di grave. Scaramucce verbali, qualche lancio di oggetti e la difficoltà di controllare una carovana di automobili che attraversa una parte della città. Altri tempi sarebbe stato impensabile!
Del resto, tutto come da copione. Il Cosenza di Roselli non fa la storia a Catanzaro, mentre le aquile non spiccano il volo che tutti speravano. l’impegno in campo c’è, ma il derby sugli spalti appare sbiadito e poco partecipato. La Curva Massimo Capraro non è al top ma si fa sentire. La curva est appare spesso in silenzio ma d’altra parte non rappresenta tutta la tifoseria cosentina divisa dalla tessera del tifoso.
Il Catanzaro di D’Urso conferma limiti tecnici e grosse difficoltà in fase di manovra di gioco. Inguardabile la prova dell’attaccante di colore. A centrocampo, una discreta prova di Maita si contrappone ad una affannata prestazione di Giampà. Il resto rivelerà la solita abnegazione di Razzitti (autore del pareggio, su rigore) che per un attimo strozza il boato del Ceravolo illuso da un buco nella rete. Conforta la presenza imponente di Moi al centro della difesa. Non si capisce perché invece Mr D’Urso preferisca Giampà e Agodirin a Foresta e Mancuso, buttati dentro, solo sul finale.
In tribuna, risalta l’assenza di Mr Gicos, sempre più distante dalle sorti del sodalizio giallorosso ma che promette di salvare la categoria. In molti si chiedono in che modo, senza ricorrere al mercato degli svincolati. Chissà… La prossima trasferta si gioca proprio al Massimino (ex Cibali) contro un Catania forte, e reduce da una penalizzazione già azzerata. La partita è in programma lunedì sera, alle 20.
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