L’arresto improvviso è come un fulmine a ciel sereno, Manù è un cuore d’oro, un animo tormentato. Come tutti quelli che non trovano pace in questa società ingiusta e piena di contraddizioni Emanuele è rimasto vittima del suo istinto libertario che gli è costato la libertà. Emanuele è un buon amico e non merita senza dubbio il carcere
Emanuele Platì a San Leonardo (quartiere simbolo di Catanzaro)
Ciò che è accaduto a Bologna qualche giorno fa mi coglie di sorpresa. Non intendo commentare l’atto in se stesso perché sarà la legge a giudicare. Tra l’altro, lo sta già facendo applicando per i tre giovani catanzaresi (autori di un gesto “radicale” presso la sede di Casapound, la nota associazione di destra ormai presente in varie città del nostro Paese), la misura della custodia cautelare in carcere, e lo farà nel corso del processo in cui gli imputati dovranno rispondere di varie accuse. Fortunatamente per loro è già caduto il reato di terrorismo in sede di convalida d’arresto ma rimarranno alla Dozza (il carcere do Bologna) almeno fino all’udienza del Tribunale della libertà che deciderà se confermare, ridurre o annullare la misura cautelare. Prima di Natale sapremo. Lasciatemi tuttavia spendere qualche parola nei confronti di Emanule Platì che conosco fin dalla sua adolescenza. Vivace, intelligente e ribelle, questo è il suo profilo. Un profilo scomodo, a volte esuberate ma fortemente determinato. Un cuore d’oro un animo tormentato. Come tutti quelli che non trovano pace in questa società ingiusta e piena di contradizioni Emanuele è rimasto vittima del suo istinto libertario che gli è costato la libertà. Ma per chi non lo sapesse, Manù è un ragazzo volenteroso e laborioso, buono. Da qualche anno faceva il cuoco. Come tanti miei concittadini ha lasciato Catanzaro per trovare una propria dimensione fuori. La capitale lo aveva accolto bene e il suo lavoro, a quanto pare, lo sa fare. Vita da migrante ma sempre viva, attenta alle cose che accadono in questa Italia prigioniera delle politiche economiche, del governo Monti, del debito pubblico, della Ue, pronta a punire ma mai ad aiutare i propri figli. Di recente aveva ricostruito la storia di Catanzion (sound di musica reggae molto noto in città) sulle colonne di Terramara scrivendo un pezzo carico di passione e denso di ricordi. Manù è un buon amico e non merita senza dubbio il carcere. La mia solidarietà verso di lui è illimitata. Due cose mi sento di dire. La prima: non accetto i facili giudizi della gente comune, sempre pronta a sentenziare e commentare dalla poltrona di casa o dal bancone di un bar. L’espressione peggiore del nostro Paese. La seconda: mi auguro con tutto il cuore che Emanuele ritorni presto in libertà insieme alla propria famiglia, ai suoi affetti e al proprio lavoro. Da amico posso solo mandargli un messaggio: tieni duro, credi in te stesso e pensa sempre con la tua testa. Un abbraccione forte. Totò
L’arresto improvviso e quello spirito ribelle…
L’arresto improvviso è come un fulmine a ciel sereno, Manù è un cuore d’oro, un animo tormentato. Come tutti quelli che non trovano pace in questa società ingiusta e piena di contraddizioni Emanuele è rimasto vittima del suo istinto libertario che gli è costato la libertà. Emanuele è un buon amico e non merita senza dubbio il carcere
Emanuele Platì a San Leonardo (quartiere simbolo di Catanzaro)
Ciò che è accaduto a Bologna qualche giorno fa mi coglie di sorpresa. Non intendo commentare l’atto in se stesso perché sarà la legge a giudicare. Tra l’altro, lo sta già facendo applicando per i tre giovani catanzaresi (autori di un gesto “radicale” presso la sede di Casapound, la nota associazione di destra ormai presente in varie città del nostro Paese), la misura della custodia cautelare in carcere, e lo farà nel corso del processo in cui gli imputati dovranno rispondere di varie accuse. Fortunatamente per loro è già caduto il reato di terrorismo in sede di convalida d’arresto ma rimarranno alla Dozza (il carcere do Bologna) almeno fino all’udienza del Tribunale della libertà che deciderà se confermare, ridurre o annullare la misura cautelare. Prima di Natale sapremo. Lasciatemi tuttavia spendere qualche parola nei confronti di Emanule Platì che conosco fin dalla sua adolescenza. Vivace, intelligente e ribelle, questo è il suo profilo. Un profilo scomodo, a volte esuberate ma fortemente determinato. Un cuore d’oro un animo tormentato. Come tutti quelli che non trovano pace in questa società ingiusta e piena di contradizioni Emanuele è rimasto vittima del suo istinto libertario che gli è costato la libertà. Ma per chi non lo sapesse, Manù è un ragazzo volenteroso e laborioso, buono. Da qualche anno faceva il cuoco. Come tanti miei concittadini ha lasciato Catanzaro per trovare una propria dimensione fuori. La capitale lo aveva accolto bene e il suo lavoro, a quanto pare, lo sa fare. Vita da migrante ma sempre viva, attenta alle cose che accadono in questa Italia prigioniera delle politiche economiche, del governo Monti, del debito pubblico, della Ue, pronta a punire ma mai ad aiutare i propri figli. Di recente aveva ricostruito la storia di Catanzion (sound di musica reggae molto noto in città) sulle colonne di Terramara scrivendo un pezzo carico di passione e denso di ricordi. Manù è un buon amico e non merita senza dubbio il carcere. La mia solidarietà verso di lui è illimitata. Due cose mi sento di dire. La prima: non accetto i facili giudizi della gente comune, sempre pronta a sentenziare e commentare dalla poltrona di casa o dal bancone di un bar. L’espressione peggiore del nostro Paese. La seconda: mi auguro con tutto il cuore che Emanuele ritorni presto in libertà insieme alla propria famiglia, ai suoi affetti e al proprio lavoro. Da amico posso solo mandargli un messaggio: tieni duro, credi in te stesso e pensa sempre con la tua testa. Un abbraccione forte. Totò
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