In una giornata uggiosa e piovosa di tre anni fa nasceva Terramara the blog journal. Mi trovavo in un appartamento in affitto, a nord del capoluogo, a pochi passi dalla mia casa di famiglia. Proprio lì, con lo sguardo rivolto verso la Sila finalmente realizzavo un sogno covato per anni.
Banca nazionale dell’agricoltura di Milano dopo l’esplosione avvenuta alle 16 e 37 del 12 dicembre 1969 che provoco 17 vittime e 88 feriti
Ero solo, faceva freddo, ma ero pieno di volontà, entusiasmo, passione, senso di ribellione. Quel giorno, ricordo, riuscii a mandare on line la prima schermata di terramara grazie ad un collegamento via chiavetta. Qualcosa di veramente precario. Ma vi riuscii. Vi lascio immaginare che soddisfazione enorme dopo mesi trascorsi a pensare, elaborare, contenuti, veste grafica, sistema editoriale. Tutto maledettamente in rete. Nulla di cartaceo. Procedimenti nuovi, strade inesplorate, ostacoli dietro l’angolo, dubbi su dubbi. Ma ero lì, convinto e deciso di voler intraprendere quest’avventura avvincente, bella, all’avanguardia. Ricordo che pubblicai alcuni articoli a firma mia di Bruno Palermo, Francesca Travierso, Claudio Dionesalvi, Mario Casaburi. Pezzi dedicati ai quarant’anni dalla strage di Piazza Fontana. Non era casuale. Terramara non dimentica. Rinvigorisce la memoria. Fu bellissimo. Da quel giorno Terramara non si fermò più. Sono passati tre anni esatti e vi giuro, sembra essere passato un secolo. L’Italia è a pezzi, sono diventato papà di due splendide creature: Elisa Maria ed Elena. La mia compagna, Stefania, è sempre qui, accanto a me, a sopportare i miei stati umorali, i turbamenti, i cambi di luna. Ma soprattutto è morto mio padre, e chi me lo restituisce! Un faro inesauribile d’intelligenza, un uomo per me importantissimo che ha saputo darmi la forza di andare avanti, di credere in me stesso di amare la libertà, di non essere mai superficiale, di ascoltare prima di parlare. Così fu. Ora non c’è più e per me è un po’ tutto diverso. Provo ad uccidere la nostalgia pensando alle nostre chiacchierate ai suoi occhi profondi e pieni di ironia. Terramara è anche suo. Oggi ringrazio tutti. Terramara si conferma un luogo aperto, in cui l’informazione trova forme diverse, forse poco commerciali ma vere. Terramara compie tre anni di vita ricordando sempre quella giornata tragica del 12 dicembre 1969 che provocò 17 vittime e 88 feriti. Una bomba segnò profondamente il nostro Paese. Ancora oggi, a distanza di 43 anni, nessuna verità, nessuna giustizia. Di quella verità nascosta, sommersa sotto le infinite carte processuali passate anche da Catanzaro. Chissà se i familiari delle vittime potranno sapere un giorno chi ha ucciso, chi ha pianificato, chi ha insabbiato. Chissà se la verità restituirà la dignità al nostro Paese. Terramara non dimentica.
L’anniversario di piazza Fontana e tre anni di attività
In una giornata uggiosa e piovosa di tre anni fa nasceva Terramara the blog journal. Mi trovavo in un appartamento in affitto, a nord del capoluogo, a pochi passi dalla mia casa di famiglia. Proprio lì, con lo sguardo rivolto verso la Sila finalmente realizzavo un sogno covato per anni.
Banca nazionale dell’agricoltura di Milano dopo l’esplosione avvenuta alle 16 e 37 del 12 dicembre 1969 che provoco 17 vittime e 88 feriti
Ero solo, faceva freddo, ma ero pieno di volontà, entusiasmo, passione, senso di ribellione. Quel giorno, ricordo, riuscii a mandare on line la prima schermata di terramara grazie ad un collegamento via chiavetta. Qualcosa di veramente precario. Ma vi riuscii. Vi lascio immaginare che soddisfazione enorme dopo mesi trascorsi a pensare, elaborare, contenuti, veste grafica, sistema editoriale. Tutto maledettamente in rete. Nulla di cartaceo. Procedimenti nuovi, strade inesplorate, ostacoli dietro l’angolo, dubbi su dubbi. Ma ero lì, convinto e deciso di voler intraprendere quest’avventura avvincente, bella, all’avanguardia. Ricordo che pubblicai alcuni articoli a firma mia di Bruno Palermo, Francesca Travierso, Claudio Dionesalvi, Mario Casaburi. Pezzi dedicati ai quarant’anni dalla strage di Piazza Fontana. Non era casuale. Terramara non dimentica. Rinvigorisce la memoria. Fu bellissimo. Da quel giorno Terramara non si fermò più. Sono passati tre anni esatti e vi giuro, sembra essere passato un secolo. L’Italia è a pezzi, sono diventato papà di due splendide creature: Elisa Maria ed Elena. La mia compagna, Stefania, è sempre qui, accanto a me, a sopportare i miei stati umorali, i turbamenti, i cambi di luna. Ma soprattutto è morto mio padre, e chi me lo restituisce! Un faro inesauribile d’intelligenza, un uomo per me importantissimo che ha saputo darmi la forza di andare avanti, di credere in me stesso di amare la libertà, di non essere mai superficiale, di ascoltare prima di parlare. Così fu. Ora non c’è più e per me è un po’ tutto diverso. Provo ad uccidere la nostalgia pensando alle nostre chiacchierate ai suoi occhi profondi e pieni di ironia. Terramara è anche suo. Oggi ringrazio tutti. Terramara si conferma un luogo aperto, in cui l’informazione trova forme diverse, forse poco commerciali ma vere. Terramara compie tre anni di vita ricordando sempre quella giornata tragica del 12 dicembre 1969 che provocò 17 vittime e 88 feriti. Una bomba segnò profondamente il nostro Paese. Ancora oggi, a distanza di 43 anni, nessuna verità, nessuna giustizia. Di quella verità nascosta, sommersa sotto le infinite carte processuali passate anche da Catanzaro. Chissà se i familiari delle vittime potranno sapere un giorno chi ha ucciso, chi ha pianificato, chi ha insabbiato. Chissà se la verità restituirà la dignità al nostro Paese. Terramara non dimentica.
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