Così arrivano le motivazioni del Tribunale amministrativo regionale che di fatto confermano le gravi irregolarità, i vizi sostanziali invalidanti che hanno segnato maledettamente le fasi dello scrutinio delle ultime amministrative. Segue la denuncia di Pisano (Sel) alla Giunta e l’immediata querela per calunnia della controparte. Cosa accade nel capoluogo di regione?
panoramica della città di Catanzaro
Catanzaro sembra un campo di battaglia. Anche oggi una notizia che scuote la città. Dopo la denuncia di Pisano, dirigente di Sel, ai danni della Giunta comunale, colpevole, secondo l’esponente del partito di Vendola, di abuso d’ufficio ed altri reati associati (a cui segue la querela odierna per calunnia della controparte) oggi arriva come un macigno il testo delle motivazioni del dispositivo del Tar che di fatto aggrava il quadro accusatorio e definisce meglio i termini della sospensione del consiglio comunale, del sindaco e della sua Giunta. E si legge in un comunicato diramato dal comitato “Scalzo sindaco”: “I vizi denunciati non concretano mere irregolarità di ordine formale ma vizi sostanziali invalidanti, anche a prescindere dalla sussistenza di elementi di prova in ordine alla eventuale manomissione delle schede autenticate di cui si sia persa traccia nella definitiva verbalizzazione, in virtù del mero pericolo di alterazione dei risultati elettorali che le denunziate illegittimità sono idonee a comportare”. Detto questo ci troviamo di fronte ad un caso grave, assolutamente anomalo in cui il Tar ha adottato una misura forte nominando un commissario, peraltro già insediato. Uno scenario veramente a tinte fosche quello del capoluogo di regione che solo ora prende coscienza di aver eletto un sindaco sotto l’ombra di gravi irregolarità che fanno gridare al broglio elettorale. Vedremo l’inchiesta penale quali responsabilità saprà attribuire ai singoli. Ci si chiede pure perché il Tar non abbia provveduto al totale annullamento delle elezioni se esistono così probanti elementi. Ma una considerazione diversa si può fare. La vecchia classe politica è arrivata al capolinea. Ancora meglio si può dire che il vecchio modo di fare politica ha scritto il suo ultimo episodio. Ce lo auguriamo un po’ tutti. Di questo dobbiamo dare atto ai ricorrenti che hanno creduto e restituito giustizia e trasparenza al voto e alla città. Ma, aldilà delle valutazioni tecniche, va detto che questo dispositivo inizia a scardinare un sistema di condizionamento, di commistioni, di intrecci clientelari, di para-amicizie che da molti anni contraddistinguono la nostra città e ne condizionano il suo sviluppo e la sua crescita. E’ la storia del voto impacchettato e gestito ad uso e consumo di gruppi di potere ben definiti nel capoluogo di regione che di fatto hanno determinato ancora una volta l’esito elettorale. E’ la storia di interi quartieri assoggettai al volere di chi “conta”, di chi è “capillare” sul territorio. Un meccanismo ben oleato sempre pronto a girare al momento giusto. Non diciamo niente di nuovo, ribadiamo un concetto già consolidato in numerosi comuni della Campania, della Calabria, della Sicilia dove si vota seguendo un’indicazione precisa dettata da chi può promettere qualcosa di concreto in cambio, da chi ha il reale controllo del teritorio. Voto d’opinione: zero. Per questo io penso che Scalzo la scorsa primavera abbia ottenuto un grandissimo risultato alle ultime ammnistrative sfiorando il ballottaggio. Non poteva vincere e forse non potrà vincere a Catanzaro ma solo perché la nostra realtà è ancora troppo indietro rispetto al mondo che avanza. Tuttavia, questi segnali di discontinuità iniziano a segnare un cambiamento epocale che in Italia è già in atto da tempo ma che in città non tutti riescono a cogliere.
Il Tar, lo scambio di denunce e i mutamenti epocali
Così arrivano le motivazioni del Tribunale amministrativo regionale che di fatto confermano le gravi irregolarità, i vizi sostanziali invalidanti che hanno segnato maledettamente le fasi dello scrutinio delle ultime amministrative. Segue la denuncia di Pisano (Sel) alla Giunta e l’immediata querela per calunnia della controparte. Cosa accade nel capoluogo di regione?
panoramica della città di Catanzaro
Catanzaro sembra un campo di battaglia. Anche oggi una notizia che scuote la città. Dopo la denuncia di Pisano, dirigente di Sel, ai danni della Giunta comunale, colpevole, secondo l’esponente del partito di Vendola, di abuso d’ufficio ed altri reati associati (a cui segue la querela odierna per calunnia della controparte) oggi arriva come un macigno il testo delle motivazioni del dispositivo del Tar che di fatto aggrava il quadro accusatorio e definisce meglio i termini della sospensione del consiglio comunale, del sindaco e della sua Giunta. E si legge in un comunicato diramato dal comitato “Scalzo sindaco”: “I vizi denunciati non concretano mere irregolarità di ordine formale ma vizi sostanziali invalidanti, anche a prescindere dalla sussistenza di elementi di prova in ordine alla eventuale manomissione delle schede autenticate di cui si sia persa traccia nella definitiva verbalizzazione, in virtù del mero pericolo di alterazione dei risultati elettorali che le denunziate illegittimità sono idonee a comportare”. Detto questo ci troviamo di fronte ad un caso grave, assolutamente anomalo in cui il Tar ha adottato una misura forte nominando un commissario, peraltro già insediato. Uno scenario veramente a tinte fosche quello del capoluogo di regione che solo ora prende coscienza di aver eletto un sindaco sotto l’ombra di gravi irregolarità che fanno gridare al broglio elettorale. Vedremo l’inchiesta penale quali responsabilità saprà attribuire ai singoli. Ci si chiede pure perché il Tar non abbia provveduto al totale annullamento delle elezioni se esistono così probanti elementi. Ma una considerazione diversa si può fare. La vecchia classe politica è arrivata al capolinea. Ancora meglio si può dire che il vecchio modo di fare politica ha scritto il suo ultimo episodio. Ce lo auguriamo un po’ tutti. Di questo dobbiamo dare atto ai ricorrenti che hanno creduto e restituito giustizia e trasparenza al voto e alla città. Ma, aldilà delle valutazioni tecniche, va detto che questo dispositivo inizia a scardinare un sistema di condizionamento, di commistioni, di intrecci clientelari, di para-amicizie che da molti anni contraddistinguono la nostra città e ne condizionano il suo sviluppo e la sua crescita. E’ la storia del voto impacchettato e gestito ad uso e consumo di gruppi di potere ben definiti nel capoluogo di regione che di fatto hanno determinato ancora una volta l’esito elettorale. E’ la storia di interi quartieri assoggettai al volere di chi “conta”, di chi è “capillare” sul territorio. Un meccanismo ben oleato sempre pronto a girare al momento giusto. Non diciamo niente di nuovo, ribadiamo un concetto già consolidato in numerosi comuni della Campania, della Calabria, della Sicilia dove si vota seguendo un’indicazione precisa dettata da chi può promettere qualcosa di concreto in cambio, da chi ha il reale controllo del teritorio. Voto d’opinione: zero. Per questo io penso che Scalzo la scorsa primavera abbia ottenuto un grandissimo risultato alle ultime ammnistrative sfiorando il ballottaggio. Non poteva vincere e forse non potrà vincere a Catanzaro ma solo perché la nostra realtà è ancora troppo indietro rispetto al mondo che avanza. Tuttavia, questi segnali di discontinuità iniziano a segnare un cambiamento epocale che in Italia è già in atto da tempo ma che in città non tutti riescono a cogliere.
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