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“Il boom economico, l’allegria e l’inaspettata discriminazione razziale”

La seconda storia che vi vogliamo raccontare è quella di Giorgio Poles, Ingegnere di Cessalto (Tv). Giorgio oggi vive in Brasile, nella città di Rio de Janeiro da circa quattro anni rappresenta due aziende italiane che si occupano di sicurezza. La sua avventura in Brasile risale al 2005 quando durante una vacanza a San Paolo ebbe la possibilità di carpire le grandi potenzialità del Paese, e una sua possibile collocazione lavorativa nella società.

Veduta panoramica di Rio De Janeiro

Rio De Janeiro – Gli italiani sono da sempre un popolo di emigranti, partiti alla ricerca di un sogno, di un amore, di un  lavoro. La scelta di abbandonare tutto, famiglia, amici, abitudini, per provare a cambiare vita non è certamente facile. Cercheremo con questa rubrica di farvi conoscere storie, emozioni ed alcuni spaccati di vita dei quei nostri connazionali che un fatidico giorno hanno detto…vado!!

Di che cosa si occupa in Brasile?

Sono un ingegnere, e qui in Brasile lavoro in rappresentanza di due imprese italiane: una è la SECURIT-ALARMITALIA, fabbrica sistemi di sicurezza perimetrali, l’altra è la VIDEOTEC specializzata in fabbricazione di telecamere robotizzate per aree esterne, come raffinerie di petrolio, autostrade, miniere etc.

Quando è arrivato per la prima volta in Brasile e com’è stato l’impatto?

La prima volta risale al 2005, venni in vacanza per conoscere i parenti della mia ex ragazza. Il posto mi piacque e durante la permanenza notai che ci sarebbero state buone possibilità di lavoro nel mio settore. Poi tornai in Italia e mi rituffai nella routine di sempre.

Quando ha deciso di trasfersi in Brasile?

Mi trasferii qui nel 2009. Ricevetti in contemporanea due proposte di lavoro interessanti: una dalla Videotec e l’altra dalla Securit Alarmitalia. Dopo un’attenta valutazione decisi di accettare. All’epoca in Italia, nonostante le grandi smentite della politica, si cominciava a sentire una forte crisi economica. Il Brasile invece era in forte crescita. Memore della vacanza del 2005, ero convinto di poter sviluppare un buon lavoro. Diciamo che oggi, con il senno di poi, posso dire di aver avuto un buon intuito, il Brasile ha un’economia forte, stabile, credo di aver fatto la scelta giusta.

Tra Italia e Brasile, ci sono un’infinità di differenze, qual è quella che più l’ha colpita?

La discriminazione razziale. Per anni, ebbi un’immagine del Brasile completamente distorta, immaginavo che in un Paese dove convivono migliaia di etnie ci fosse una grande integrazione. Ho scoperto a malincuore una forte componente razzista all’interno della società.

Quali sono le differenze che Lei riscontra tra brasiliani e italiani nell’ambito lavorativo? E quali, invece, nella vita di tutti i giorni?

Per quanto riguarda l’ambito lavorativo noi italiani prendiamo il lavoro molto più seriamente, siamo fondamentalmente molto più professionali. I brasiliani, sto parlando ovviamente del mio settore, devono migliorare molto. Mentre nella vita di tutti i giorni credo che la differenza maggiore sia nell’approccio più spensierato che hanno. Loro vivono alla giornata, cosa impossibile per noi italiani. E sembra che ciò li renda più allegri e spensierati.

Che cosa importerebbe qui dall’Italia, e viceversa?

Dell’Italia importerei il modo di lavorare e le nostre capacità lavorative. Mentre del Brasile esporterei l’allegria e la capacita d’interazione, avviene dappertutto, sulla metro, sul Bus, nei negozi, per strada. C’è una notevole facilità di fare amicizia, l’Italia questo lo sta perdendo, la nostra società è diventata troppo frenetica, una società troppo basata sulla competitività, si sta perdendo l’allegria di una volta, il contatto ei rapporti umani.

Cosa le manca dell’Italia, escludendo gli affetti?

Mi manca tanto la cucina italiana (ride…) anche se devo dire che a San Paolo si mangia molto bene. Oltre alla cucina quello che mi manca di più è la sicurezza nelle strade, qui il traffico è molto caotico, andare in moto è spesso pericoloso, si rischiano molti incidenti, ed io, che sono un amante delle due ruote, sono costretto a evitarla. Un vero peccato.

La vita riserva spesso delle difficoltà, lei che si trova lontano da tutti e da tutto, come le affronta?

Nel tempo ho imparato a cavarmela da solo, mi aiuta certamente il mio carattere, che grazie a dio sono fondamentalmente tranquillo, diciamo che non mi faccio prendere dal panico di fronte alle difficoltà che giornalmente la vita riserva. Parafrasando Aristotele: “se c’è soluzione perché ti preoccupi?” Se non c’è soluzione perché ti preoccupi?

L’Italia sta vivendo una grossa crisi economica, molti giovani sono senza lavoro e altri lo stanno perdendo: ai ragazzi che sognano di trasferirsi all’estero, lei consiglierebbe il Brasile?   

Sì, lo consiglierei, vista la situazione economica, visto il clima e vista la grande ospitalità del popolo brasiliano. Poi sono convinto che vivere in un altro Paese allarga gli orizzonti, mette alla prova la propria capacità di adattamento, ma vorrei precisare che non sempre si trovano condizioni di lavoro e di vita migliori. Inoltre, il distacco dalla famiglia e dagli amici, non è facile. Vivere all’estero è per alcuni versi ottimo, per altri pessimo: perché, per quanto tu ti possa integrare, sei pur sempre percepito dagli altri come un “immigrato” con tutte quello che ne consegue. Pertanto, la scelta di spostarsi deve essere ben ponderata, non deve essere una via di fuga.

Com’è oggi il suo rapporto con l’Italia? Riesce a seguire cronache e politica nonostante la grande distanza? 

Ahimè seguo poco. Tra gli impegni lavorativi che sono molti e la differenza di fuso orario non sempre riesco a ritagliare del tempo per seguire le cronache e la politica italiana ma da quel poco che riesco a seguire noto sempre le stesse problematiche. L’Italia sembra essere sempre allo stesso punto, sembra non progredire. Anche le facce della politica non cambiano mai.

Il suo lavoro le porta via tanto tempo ogni quanto riesce a tornare in Italia?

In Italia vado una volta l’anno, torno a visitare famiglia e amici, stare tanto tempo senza vedere le persone care non è facile. Quando torno è sempre un piacere. Rivedere e abbracciare tutti è qualcosa d’indescrivibile. L’Italia in sé non mi manca. In Brasile ho trovato una mia dimensione, il lavoro mi sta dando tante soddisfazioni.

Pensa di tornare un giorno in Italia?

Un giorno certamente torno, almeno credo (ride..) Per ora non ho progetti, il lavoro va bene, il Brasile vive un boom economico senza precedenti, mentre in Italia ancora si respira una grossa crisi, sarebbe da folli tornare ora.

Emanuele Panci (corrispondente da Rio De Janeiro)


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