Fra mille peripezie hai computo 10 anni. Tanti auguri! Sei nata in una ombrosa cameretta alle spalle di “Villa Bly”. Pioveva. La città si preparava a festeggiare il Santo Natale.
Sembra passato un secolo. Ti partorì un notebook Asus, collegato in rete tramite una chiavetta. Chi scrive aveva 35 anni e non era diventato padre. Credeva come oggi nella stampa libera e indipendente e veniva fuori da un’esperienza editoriale bella ma tormentata: Calabria Ora!
Un progetto nato con i migliori auspici sostenuto da bravissimi giornalisti ma che in breve tempo si trasformò in un piccolo incubo. Tanta delusione, tanta amarezza. Editori spregiudicati e una categoria disunita, di fronte alle peripezie di imprenditori smaliziati. Tutto finì a colpi di licenziamenti, vertenze, battaglie personali, dimissioni, anche la morte di Alessandro Bozzo. Poi, un bel giorno, Calabria Ora non esce più e mette fine ad un progetto che aveva saputo imporsi sul mercato per “quello che gli altri non scrivono”. La stampa calabrese subiva un duro colpo e tanti colleghi non trovarono più collocazione.
Ma la penna non poteva e non doveva fermarsi. Bisognava andare avanti e tra mille sacrifici nasce Terramara, un blog journal che vuole essere una voce diversa, ribelle, fuori dal coro. Nacque in un giorno simbolico: il 12 dicembre 2009. 40 anni prima, la strage di Piazza Fontana, a Milano. Data indelebile per il nostro Paese. La madre di tutte le stragi italiane. La bomba che porto con sè non solo tante vittime ma soprattutto la verità. Una verità mai venuta a galla, sommersa negli abissi dei misteri italiani.
Oggi, dopo 50 anni esatti, si continuano a fare tante ipotesi, teorie, libri, approfondimenti, indagini, ma la verità su quella orrenda strage non è venuta fuori. E così, l’Italia prosegue il suo cammino senza conoscere il suo passato. Chi volle davvero quella strage e cosa provocò in Italia. Non si può dimenticare. Non si può state in silenzio. Non c’è pace senza la verità. E Terramara insegue la verità, la giustizia, il riconoscimento dei diritti ma soprattutto vuole raccontare la vita di tuti i giorni.
L’inizio non fu semplice. Dubbi, persplessità ma anche tanta attesa. I quotidiani on-line erano una rarità e in città solo qualcuno iniziava a fare i primi passi. Ma era dura per tutti. La carta stampata ancora tirava e la pubblicità telematica funzionava poco. Tanta burocrazia per la registrazione al Tribunale e una legiferazione carente per le testate on line. Ma poi finalmente nasce questa piccola creatura. Oggi è bello ed emozionante come il primo giorno.
Nel corso di questi 10 anni sono cambiate molte cose. Sono sbocciati i fiori più belli della mia vita: Elisa Maria ed Elena. E sono passati a miglior vita mio padre, Gerardo Argentieri Piuma e mio zio, Mario Casaburi. Uomini davvero d’altri tempi, con la schiena dritta e colmi di valori, di cui vado fiero e orgoglioso. Due persone buone e oneste. Fervide menti. Lavoratori. Autori di studi e pubblicazioni. Collaboratori di Terramara. Davvero difficile colmare questo vuoto umano e culturale. Un grande saluto nell’aldilà!
Vorrei ringraziare, inoltre, nel giorno di questo particolare compleanno, tutti i lettori e soprattutto tutti quelli che contribuisco e hanno contribuito a mandare avanti questo progetto editoriale. In dieci anni in Calabria è cambiato poco ma la stampa ha un ruolo importantissimo nella crescita di una società civile, e noi ci saremo!
I collaboratori: Claudio Dionesalvi, Bruno Palermo, Francesca Travierso, Marco Guarella, Alessandra Fina, Saverio Rosi, Ivan Montesano, Mattia Marzo, Michele Gigliotti, Gerardo Argentieri Piuma, Mario Casaburi, Bruno Mirante, Maria Rita Galati, Andrea Celia Magno, Antonio Liotta, Filippo Veltri, Donatella Aloisi, Emanuele Panci, Giuseppe Ranieri, Mariano Aloisio, Massimiliano Della Valle, Michele Urso, Antonio Ludovico, Valeria Esposito Vivino, Vincenzo Capellupo, Vittorio Pio, Raffale Pascuzzo, Ivan Spadacenta e Tommy Rotundo.
A seguire, riproponiamo il primo pezzo pubblicato su Terramara, il 12 dicembre 2009
Nasce Terramara tra memoria e verità
Oltre sei mesi di lavoro e un’infinita determinazione interiore hanno permesso la nascita di questo giornale on-line. Oggi, dunque, nel giorno del quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana si realizza un piccolo sogno accarezzato per anni e realizzato solo negli ultimi mesi.
Presentazione. Oltre sei mesi di lavoro e un’infinita determinazione interiore hanno permesso la nascita di questo giornale on-line. Oggi, dunque, nel giorno del quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana, appuntamento simbolico per la memoria e per la ricerca della verità, si realizza un piccolo sogno accarezzato per anni e realizzato solo negli ultimi mesi. Ecco perché oggi, perché mi sembrava interessante legare la verità mai rivelata che ha segnato profondamente e indelebilmente il nostro Paese con la nascita di qualcosa che riporta dritto al concetto di verità.
Le immagini in primo piano di questo primo numero sono dedicate interamente a quei tragici momenti.
Finalmente questa giornata è arrivata dopo anni passati a rincorrere chissà quale contratto di lavoro, chissà quale riconoscimento al proprio umile sacrificio, chissà quale notizia. Tutto poi tristemente svanito in una bolla di sapone solo per aver detto no allo sfruttamento, alla prepotenza, all’ipocrisia, per non aver accettato di infangare la propria dignità.
Ho sempre creduto e credo che il tempo sa restituire i giusti equilibri in tutte le cose! Ma non finiva lì. In tutti questi mesi di lunga, costante e umile riflessione incentrata principalmente sulla nuova frontiera del giornalismo in rete ritornava prepotente la voglia di scrivere, di raccontare, di dire la propria, di continuare ad usare la penna ed il notebook in maniera indipendente. Di guardare le cose con la propria lente.
E alla fine eccoci qua, ad inaugurare questo nuovo luogo d’informazione e a ringraziare quei pochi colleghi e amici che hanno colto fin dall’inizio lo spirito di questo progetto nato veramente dal nulla. Coltivato giorno dopo giorno, tra telefonate e confronti, letture e riflessioni, e-mail ed sms, sfoghi e slanci di ottimismo, attimi di puro pessimismo. Devo ringraziare principalmente tre preziosissimi giornalisti che, insieme al sottoscritto, rappresentano l’ossatura portante del giornale: Claudio Dionesalvi, Bruno Palermo e Francesca Travierso. Senza la loro opera umana e professionale questo progetto non avrebbe mai visto la luce. Gente dalla schiena dritta e con tanto cervello che ha costantemente alimentato la mia voglia di andare avanti verso questo obiettivo duro da raggiungere ma soprattutto da onorare, condividendone lo spirito in tutto e per tutto.
Ma non posso certo dimenticare tutti gli amici con i quali il sottoscritto ha condiviso e condivide principi di vita e aspirazioni, letti e scrivanie, chiacchiere e risate, delusioni e gioie, trasferte e viaggi e che hanno contribuito a fare di me quello che sono oggi. E poi tutti coloro i quali hanno seguito con passione la lenta evoluzione del progetto e che hanno già accolto l’invito a collaborare con Terramara, e coloro i quali intenderanno farlo.
Certamente un ringraziamento particolare va indirizzato a Ivan Spadacenta, abilissimo amministratore del sito, che ha messo a disposizione, senza avanzare richieste di alcun tipo, la sua profonda conoscenza in materia per creare e gestire l’intero apparato tecnico su cui si fonda l’impianto giornalistico. Grazie ancora. Ma su tutti, ringrazio di cuore i miei genitori che hanno sempre creduto in me e continuano a darmi la forza per credere nelle mie idee. Che si tratti di un arrivederci alla carta stampa, ovviamente, e non di un addio. O ancora meglio che possa il web integrarsi con essa in modo tale da non schiacciarla, soffocarla grazie alla sua velocità.
Ma questo era il momento di abbracciare la rete, di cogliere un’opportunità unica per non rimanere in silenzio, per resistere alla densa e soffocante coltre di fumo prodotta da un’editoria sempre più ingessata, sempre meno libera. Mal disposta a cogliere il mutamento dell’informazione o comunque legata ad un’impostazione giornalistica ormai consumata, distaccata, che non ha buon udito per ascoltare la voce dal basso e una lunga vista per osservare la realtà nella sua complessità. Che troppo spesso rigetta le penne giovani, ribelli, convinte che la chiave dell’informazione vada ricercata all’origine del proprio mestiere nobile e morale semplicemente raccontando, descrivendo, riportando tutto quello che la società produce.
Ecco, Terramara è l’approdo e l’orizzonte di tutte queste aspirazioni.
Il 12 dicembre 2009 nasceva Terramara. Dieci anni dopo, ancora verità e giustizia sulla strage di Piazza Fontana!
Fra mille peripezie hai computo 10 anni. Tanti auguri! Sei nata in una ombrosa cameretta alle spalle di “Villa Bly”. Pioveva. La città si preparava a festeggiare il Santo Natale.
Sembra passato un secolo. Ti partorì un notebook Asus, collegato in rete tramite una chiavetta. Chi scrive aveva 35 anni e non era diventato padre. Credeva come oggi nella stampa libera e indipendente e veniva fuori da un’esperienza editoriale bella ma tormentata: Calabria Ora!
Un progetto nato con i migliori auspici sostenuto da bravissimi giornalisti ma che in breve tempo si trasformò in un piccolo incubo. Tanta delusione, tanta amarezza. Editori spregiudicati e una categoria disunita, di fronte alle peripezie di imprenditori smaliziati. Tutto finì a colpi di licenziamenti, vertenze, battaglie personali, dimissioni, anche la morte di Alessandro Bozzo. Poi, un bel giorno, Calabria Ora non esce più e mette fine ad un progetto che aveva saputo imporsi sul mercato per “quello che gli altri non scrivono”. La stampa calabrese subiva un duro colpo e tanti colleghi non trovarono più collocazione.
Ma la penna non poteva e non doveva fermarsi. Bisognava andare avanti e tra mille sacrifici nasce Terramara, un blog journal che vuole essere una voce diversa, ribelle, fuori dal coro. Nacque in un giorno simbolico: il 12 dicembre 2009. 40 anni prima, la strage di Piazza Fontana, a Milano. Data indelebile per il nostro Paese. La madre di tutte le stragi italiane. La bomba che porto con sè non solo tante vittime ma soprattutto la verità. Una verità mai venuta a galla, sommersa negli abissi dei misteri italiani.
Oggi, dopo 50 anni esatti, si continuano a fare tante ipotesi, teorie, libri, approfondimenti, indagini, ma la verità su quella orrenda strage non è venuta fuori. E così, l’Italia prosegue il suo cammino senza conoscere il suo passato. Chi volle davvero quella strage e cosa provocò in Italia. Non si può dimenticare. Non si può state in silenzio. Non c’è pace senza la verità. E Terramara insegue la verità, la giustizia, il riconoscimento dei diritti ma soprattutto vuole raccontare la vita di tuti i giorni.
L’inizio non fu semplice. Dubbi, persplessità ma anche tanta attesa. I quotidiani on-line erano una rarità e in città solo qualcuno iniziava a fare i primi passi. Ma era dura per tutti. La carta stampata ancora tirava e la pubblicità telematica funzionava poco. Tanta burocrazia per la registrazione al Tribunale e una legiferazione carente per le testate on line. Ma poi finalmente nasce questa piccola creatura. Oggi è bello ed emozionante come il primo giorno.
Nel corso di questi 10 anni sono cambiate molte cose. Sono sbocciati i fiori più belli della mia vita: Elisa Maria ed Elena. E sono passati a miglior vita mio padre, Gerardo Argentieri Piuma e mio zio, Mario Casaburi. Uomini davvero d’altri tempi, con la schiena dritta e colmi di valori, di cui vado fiero e orgoglioso. Due persone buone e oneste. Fervide menti. Lavoratori. Autori di studi e pubblicazioni. Collaboratori di Terramara. Davvero difficile colmare questo vuoto umano e culturale. Un grande saluto nell’aldilà!
Vorrei ringraziare, inoltre, nel giorno di questo particolare compleanno, tutti i lettori e soprattutto tutti quelli che contribuisco e hanno contribuito a mandare avanti questo progetto editoriale. In dieci anni in Calabria è cambiato poco ma la stampa ha un ruolo importantissimo nella crescita di una società civile, e noi ci saremo!
I collaboratori: Claudio Dionesalvi, Bruno Palermo, Francesca Travierso, Marco Guarella, Alessandra Fina, Saverio Rosi, Ivan Montesano, Mattia Marzo, Michele Gigliotti, Gerardo Argentieri Piuma, Mario Casaburi, Bruno Mirante, Maria Rita Galati, Andrea Celia Magno, Antonio Liotta, Filippo Veltri, Donatella Aloisi, Emanuele Panci, Giuseppe Ranieri, Mariano Aloisio, Massimiliano Della Valle, Michele Urso, Antonio Ludovico, Valeria Esposito Vivino, Vincenzo Capellupo, Vittorio Pio, Raffale Pascuzzo, Ivan Spadacenta e Tommy Rotundo.
A seguire, riproponiamo il primo pezzo pubblicato su Terramara, il 12 dicembre 2009
Nasce Terramara tra memoria e verità
Oltre sei mesi di lavoro e un’infinita determinazione interiore hanno permesso la nascita di questo giornale on-line. Oggi, dunque, nel giorno del quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana si realizza un piccolo sogno accarezzato per anni e realizzato solo negli ultimi mesi.
Presentazione. Oltre sei mesi di lavoro e un’infinita determinazione interiore hanno permesso la nascita di questo giornale on-line. Oggi, dunque, nel giorno del quarantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana, appuntamento simbolico per la memoria e per la ricerca della verità, si realizza un piccolo sogno accarezzato per anni e realizzato solo negli ultimi mesi. Ecco perché oggi, perché mi sembrava interessante legare la verità mai rivelata che ha segnato profondamente e indelebilmente il nostro Paese con la nascita di qualcosa che riporta dritto al concetto di verità.
Le immagini in primo piano di questo primo numero sono dedicate interamente a quei tragici momenti.
Finalmente questa giornata è arrivata dopo anni passati a rincorrere chissà quale contratto di lavoro, chissà quale riconoscimento al proprio umile sacrificio, chissà quale notizia. Tutto poi tristemente svanito in una bolla di sapone solo per aver detto no allo sfruttamento, alla prepotenza, all’ipocrisia, per non aver accettato di infangare la propria dignità.
Ho sempre creduto e credo che il tempo sa restituire i giusti equilibri in tutte le cose! Ma non finiva lì. In tutti questi mesi di lunga, costante e umile riflessione incentrata principalmente sulla nuova frontiera del giornalismo in rete ritornava prepotente la voglia di scrivere, di raccontare, di dire la propria, di continuare ad usare la penna ed il notebook in maniera indipendente. Di guardare le cose con la propria lente.
E alla fine eccoci qua, ad inaugurare questo nuovo luogo d’informazione e a ringraziare quei pochi colleghi e amici che hanno colto fin dall’inizio lo spirito di questo progetto nato veramente dal nulla. Coltivato giorno dopo giorno, tra telefonate e confronti, letture e riflessioni, e-mail ed sms, sfoghi e slanci di ottimismo, attimi di puro pessimismo. Devo ringraziare principalmente tre preziosissimi giornalisti che, insieme al sottoscritto, rappresentano l’ossatura portante del giornale: Claudio Dionesalvi, Bruno Palermo e Francesca Travierso. Senza la loro opera umana e professionale questo progetto non avrebbe mai visto la luce. Gente dalla schiena dritta e con tanto cervello che ha costantemente alimentato la mia voglia di andare avanti verso questo obiettivo duro da raggiungere ma soprattutto da onorare, condividendone lo spirito in tutto e per tutto.
Ma non posso certo dimenticare tutti gli amici con i quali il sottoscritto ha condiviso e condivide principi di vita e aspirazioni, letti e scrivanie, chiacchiere e risate, delusioni e gioie, trasferte e viaggi e che hanno contribuito a fare di me quello che sono oggi. E poi tutti coloro i quali hanno seguito con passione la lenta evoluzione del progetto e che hanno già accolto l’invito a collaborare con Terramara, e coloro i quali intenderanno farlo.
Certamente un ringraziamento particolare va indirizzato a Ivan Spadacenta, abilissimo amministratore del sito, che ha messo a disposizione, senza avanzare richieste di alcun tipo, la sua profonda conoscenza in materia per creare e gestire l’intero apparato tecnico su cui si fonda l’impianto giornalistico. Grazie ancora. Ma su tutti, ringrazio di cuore i miei genitori che hanno sempre creduto in me e continuano a darmi la forza per credere nelle mie idee. Che si tratti di un arrivederci alla carta stampa, ovviamente, e non di un addio. O ancora meglio che possa il web integrarsi con essa in modo tale da non schiacciarla, soffocarla grazie alla sua velocità.
Ma questo era il momento di abbracciare la rete, di cogliere un’opportunità unica per non rimanere in silenzio, per resistere alla densa e soffocante coltre di fumo prodotta da un’editoria sempre più ingessata, sempre meno libera. Mal disposta a cogliere il mutamento dell’informazione o comunque legata ad un’impostazione giornalistica ormai consumata, distaccata, che non ha buon udito per ascoltare la voce dal basso e una lunga vista per osservare la realtà nella sua complessità. Che troppo spesso rigetta le penne giovani, ribelli, convinte che la chiave dell’informazione vada ricercata all’origine del proprio mestiere nobile e morale semplicemente raccontando, descrivendo, riportando tutto quello che la società produce.
Ecco, Terramara è l’approdo e l’orizzonte di tutte queste aspirazioni.
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