Federico Rosati, in “Youtopia”, impersona il farmacista precario, Riccardo. Lo incontriamo.
Federico, raccontaci il tuo ruolo nel Film.
In Youtopia interpreto quello che si può definire un “garzone di bottega” un plurilaureato a caccia di una stabilità economica, di un posto fisso e che farebbe qualunque cosa pur di aggiudicarselo….Un moderno vampiro tra i vampiri. Per questo la sua aria da Nerd , al tempo stesso, è reale ed ostentata: un subdolo conosce le debolezze umane e vede in Ernesto- Haber una crepa bella grossa e ci si insinua sente il peccato come i vampiri sentono il sangue , spolpandolo sino al Midollo . Ma per farlo c’è bisogno, vista anche la conoscenza dell’informatica , di un aspetto rassicurante. appunto da Nerd-Ho lavorato sulla sua ambiguità restando sempre sul filo tanto che volevo instillare il dubbio sul finale che fossi proprio io l’avatar di cui Matilda si innamora , proprio per non dare alcuna speranza . “Lasciate ogni speranza o voi chi entrate- nella Rete”- sospira Federico
Come è stato lavorare a questo Film raccontaci la tua esperienza
Lavorare in “Youtopia” è stato per me un punto cruciale della mia carriera ho sempre fatto personaggi
In cui non ci fosse alcuna somiglianza fisica, di linguaggio, di tono di voce sino al modo di camminare. Lontani da me ma con una parte che uso solo io.
Come In un gioco di specchi che conosco e uso per la costruzione dei miei personaggi.Quando mi è stato proposto questo personaggio-Riccardo- ho riflettuto molto..avevo già fatto una buona fetta della mia carriera: MI sono chiesto se era il caso di i cominciare a recitare nella maniera più “italiana” e convenzionale possibile cioè essendo
se stessi per cercare di avere un identità un volto ben riconoscibile anche da pubblico e critica . Questo credo i permetta di lavorare di più e in maniera più veloce.
Ma quando ho cominciato a vedere chi fosse realmente Riccardo è avvenuto il solito processo che mi accade nel momento in cui guardò dentro il personaggio …un transfert lasciare il mio corpo ed essere Riccardo fino in fondo e “uccidere la mia vanità “ .. In fondo il dovere di ogni attore Converrai con me che sono davvero brutto qui ? -Ride
Ma tutto questo è stato reso sempre più facile da quello che per me comprende meglio questo tipo di cose: un regista come Berardo Carboni che mi ha permesso di poter essere libero di esprimermi e presentare sempre nuovi personaggi . Un vero regista
Parlaci della tua carriera e dei tuoi progetti
Da tempo avrei voluto raccontare la mia storia di attore, volevo fare lo scrittore scrivevo tantissimo vincendo numerosi premi sia in italiano che in latino (ho fatto Il liceo classico…- ammicca Rosati) ma in me attraverso il cinema sia da un punto di vista estetico che di personalità si sviluppava il mito del ribelle: James Dean, Brando, De Niro, Pacino fino a Volontè ma senza la comprensione di essere un attore. Spettacolo della vita e vanità tema complesso che su cui mi hanno illuminato la vita di Arthur Rimabaud e le sue poesie. Leggendo ho interiorizzato forse l’inquietudine della distruzione della vanità.
Del poeta una frase mi ha sempre colpito più di tutte : “io è un altro “. A 16 anni con lo stesso Carboni prendemmo un camion senza patente…! e lui mi coinvolse – certo, contro la mia volontà, mi coinvolse nel fare il protagonista del suo primo Corto.
Per farlo trasse la sceneggiatura da una mia poesia e me la fece recitare davanti la macchina da presa. Subito dopo sull’onda un altro regista mi chiese di fare un personaggio in un suo corto . Arrivato per studiare a Bologna.. neanche dopo un mese ero già stato preso per fare dei cortometraggi da giovani registi del Dams…Ricorda Rosati – a metà dei ’90 un grande fermento a Bologna. Seguono altri, tanti e premiati: Sexi Taxi film dove ero coprotagonista vinse il premio Sergio Leone .
Facevo in quel periodo un reading di mie poesie (un locale famoso a Bologna chiamato ex Onagro ora circolo La Paresse) e vengo notato da Luca Ribuoli casting all’epoca per Renato Renato de Maria( Regista della Mafia uccide solo d’Estate fiction Rai )
De Maria mi porta su un set ufficiale, nel film Paz. Dal quel momento sono partito per Roma dove ho cominciato gli studi come attore fino a diplomarmi perfino doppiatore.. l’ossessione della voce – la voce è uno strumento portante per un attore va curata usata modificata ne vanno conosciuti tutti gli artifizi. Da lì mi arriva quella che Mastroianni definì la malattia della quale si può solo morirne non se ne guarisce: il cinema .
Cinema. Rosati, il nerd di Youtopia e l’amore viscerale per il set
Federico Rosati, in “Youtopia”, impersona il farmacista precario, Riccardo. Lo incontriamo.
Federico, raccontaci il tuo ruolo nel Film.
In Youtopia interpreto quello che si può definire un “garzone di bottega” un plurilaureato a caccia di una stabilità economica, di un posto fisso e che farebbe qualunque cosa pur di aggiudicarselo….Un moderno vampiro tra i vampiri. Per questo la sua aria da Nerd , al tempo stesso, è reale ed ostentata: un subdolo conosce le debolezze umane e vede in Ernesto- Haber una crepa bella grossa e ci si insinua sente il peccato come i vampiri sentono il sangue , spolpandolo sino al Midollo . Ma per farlo c’è bisogno, vista anche la conoscenza dell’informatica , di un aspetto rassicurante. appunto da Nerd-Ho lavorato sulla sua ambiguità restando sempre sul filo tanto che volevo instillare il dubbio sul finale che fossi proprio io l’avatar di cui Matilda si innamora , proprio per non dare alcuna speranza . “Lasciate ogni speranza o voi chi entrate- nella Rete”- sospira Federico
Come è stato lavorare a questo Film raccontaci la tua esperienza
Lavorare in “Youtopia” è stato per me un punto cruciale della mia carriera ho sempre fatto personaggi
In cui non ci fosse alcuna somiglianza fisica, di linguaggio, di tono di voce sino al modo di camminare. Lontani da me ma con una parte che uso solo io.
Come In un gioco di specchi che conosco e uso per la costruzione dei miei personaggi.Quando mi è stato proposto questo personaggio-Riccardo- ho riflettuto molto..avevo già fatto una buona fetta della mia carriera: MI sono chiesto se era il caso di i cominciare a recitare nella maniera più “italiana” e convenzionale possibile cioè essendo
se stessi per cercare di avere un identità un volto ben riconoscibile anche da pubblico e critica . Questo credo i permetta di lavorare di più e in maniera più veloce.
Ma quando ho cominciato a vedere chi fosse realmente Riccardo è avvenuto il solito processo che mi accade nel momento in cui guardò dentro il personaggio …un transfert lasciare il mio corpo ed essere Riccardo fino in fondo e “uccidere la mia vanità “ .. In fondo il dovere di ogni attore Converrai con me che sono davvero brutto qui ? -Ride
Ma tutto questo è stato reso sempre più facile da quello che per me comprende meglio questo tipo di cose: un regista come Berardo Carboni che mi ha permesso di poter essere libero di esprimermi e presentare sempre nuovi personaggi . Un vero regista
Parlaci della tua carriera e dei tuoi progetti
Da tempo avrei voluto raccontare la mia storia di attore, volevo fare lo scrittore scrivevo tantissimo vincendo numerosi premi sia in italiano che in latino (ho fatto Il liceo classico…- ammicca Rosati) ma in me attraverso il cinema sia da un punto di vista estetico che di personalità si sviluppava il mito del ribelle: James Dean, Brando, De Niro, Pacino fino a Volontè ma senza la comprensione di essere un attore. Spettacolo della vita e vanità tema complesso che su cui mi hanno illuminato la vita di Arthur Rimabaud e le sue poesie. Leggendo ho interiorizzato forse l’inquietudine della distruzione della vanità.
Del poeta una frase mi ha sempre colpito più di tutte : “io è un altro “. A 16 anni con lo stesso Carboni prendemmo un camion senza patente…! e lui mi coinvolse – certo, contro la mia volontà, mi coinvolse nel fare il protagonista del suo primo Corto.
Per farlo trasse la sceneggiatura da una mia poesia e me la fece recitare davanti la macchina da presa. Subito dopo sull’onda un altro regista mi chiese di fare un personaggio in un suo corto . Arrivato per studiare a Bologna.. neanche dopo un mese ero già stato preso per fare dei cortometraggi da giovani registi del Dams…Ricorda Rosati – a metà dei ’90 un grande fermento a Bologna. Seguono altri, tanti e premiati: Sexi Taxi film dove ero coprotagonista vinse il premio Sergio Leone .
Facevo in quel periodo un reading di mie poesie (un locale famoso a Bologna chiamato ex Onagro ora circolo La Paresse) e vengo notato da Luca Ribuoli casting all’epoca per Renato Renato de Maria( Regista della Mafia uccide solo d’Estate fiction Rai )
De Maria mi porta su un set ufficiale, nel film Paz. Dal quel momento sono partito per Roma dove ho cominciato gli studi come attore fino a diplomarmi perfino doppiatore.. l’ossessione della voce – la voce è uno strumento portante per un attore va curata usata modificata ne vanno conosciuti tutti gli artifizi. Da lì mi arriva quella che Mastroianni definì la malattia della quale si può solo morirne non se ne guarisce: il cinema .
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