“Chiricò Food & Beverage”
Catanzaro. Lo spiraglio di luce venuto fuori grazie alla sospensiva del 20 novembre, da oggi diventa un faro, una certezza. “Chiricò Food & Beverage” potrà continuare a lavorare tranquillamente grazie ad una sentenza del Tar inequivocabile che nel merito accoglie in pieno il ricorso presentato dagli avvocati Emmanuele Frangella e Fausto Colosimo.
Grande soddisfazione sul volto di Emiliano Lombardo che, una volta appresa la notizia, commenta così: “Ritrovare la giustizia fa sempre molto piacere. In fondo – commenta l’imprenditore – quello che vogliamo è lavorare nel rispetto delle regole e nella piena legalità. Questa sentenza ristabilisce non solo la verità, ma ci fa sentire più forti”.
Perde il Comune, perde l’istituzione di fronte al privato esercente. Decade il provvedimento di annullamento della segnalazione d’inizio attività del 23 luglio 2013, adottato dal dirigente Settore edilizia e Suap del Comune di Catanzaro, nonché del rapporto d’ispezione notificato all’esponente dall’Azienda sanitaria provinciale.
Vince la linea dei legali difensori che, in una nota congiunta, dichiarano: “La conferma del provvedimento cautelare reso inaudita altera parte che restituisce il libero esercizio dell’attività imprenditoriale illegittimamente preclusa alla “Chiricò Food & Beverage” in attesa del giudizio di merito, evidenzia l’abnormità dei provvedimenti assunti dagli enti preposti ai danni della nostra assistita”. Vince la volontà di un imprenditore tenace che guarda avanti senza farsi intimorire dagli ostacoli che in meno di sei mesi incontra su proprio cammino.
“Chiricò food & Beverage” – ricordiamolo – viene chiuso per ben due volte (la prima per circa due settimane, la seconda per 12 giorni) e subisce un danno complessivo che si aggira intorno ai 100 mila euro, senza calcolare quello all’immagine, tanto da prefigurare una sorta di crack finanziario di tutte le attività. Lombardo e soci devono fronteggiare inoltre il condominio che non gradisce una presenza ritenuta scomoda. Il locale viene bersagliato da una serie di lamentele e denunce, finanche per schiamazzi notturni. “Assistiamo – ricorda Lombardo – ad un tentato suicidio della donna residente al primo piano dell’edificio, contraria all’istallazione delle canne fumarie. Riceviamo di tutto: polizia, carabinieri, Nas, vigili del fuoco, vigili urbani, Asp. Si lavora in un clima di insicurezza e precarietà assoluta – evidenzia l’imprenditore – e non capiamo perché”.
Oggi vince la giustizia ordinaria di fronte ad un apparato istituzionale locale in grande ritardo rispetto ad una città sprofondata agli ultimi posti del nostro Paese sul piano della di qualità della vita, dell’occupazione ma soprattutto delle prospettive di crescita.
Questa piccola ma significativa vittoria di un imprenditore locale, giovane e determinato, impegnato nel settore della ristorazione rappresenta un segnale importante per chi crede ancora che nella nostra città si può fare qualcosa di buono.
Un buon segnale da parte della giustizia, ma un campanello d’allarme per una classe politica locale ancora troppo confusa, improduttiva e legata agli interessi particolari.
Chiricò “Food & Beverage”, il Tar accoglie il ricorso e restituisce il sorriso!
“Chiricò Food & Beverage”
Catanzaro. Lo spiraglio di luce venuto fuori grazie alla sospensiva del 20 novembre, da oggi diventa un faro, una certezza. “Chiricò Food & Beverage” potrà continuare a lavorare tranquillamente grazie ad una sentenza del Tar inequivocabile che nel merito accoglie in pieno il ricorso presentato dagli avvocati Emmanuele Frangella e Fausto Colosimo.
Grande soddisfazione sul volto di Emiliano Lombardo che, una volta appresa la notizia, commenta così: “Ritrovare la giustizia fa sempre molto piacere. In fondo – commenta l’imprenditore – quello che vogliamo è lavorare nel rispetto delle regole e nella piena legalità. Questa sentenza ristabilisce non solo la verità, ma ci fa sentire più forti”.
Perde il Comune, perde l’istituzione di fronte al privato esercente. Decade il provvedimento di annullamento della segnalazione d’inizio attività del 23 luglio 2013, adottato dal dirigente Settore edilizia e Suap del Comune di Catanzaro, nonché del rapporto d’ispezione notificato all’esponente dall’Azienda sanitaria provinciale.
Vince la linea dei legali difensori che, in una nota congiunta, dichiarano: “La conferma del provvedimento cautelare reso inaudita altera parte che restituisce il libero esercizio dell’attività imprenditoriale illegittimamente preclusa alla “Chiricò Food & Beverage” in attesa del giudizio di merito, evidenzia l’abnormità dei provvedimenti assunti dagli enti preposti ai danni della nostra assistita”. Vince la volontà di un imprenditore tenace che guarda avanti senza farsi intimorire dagli ostacoli che in meno di sei mesi incontra su proprio cammino.
“Chiricò food & Beverage” – ricordiamolo – viene chiuso per ben due volte (la prima per circa due settimane, la seconda per 12 giorni) e subisce un danno complessivo che si aggira intorno ai 100 mila euro, senza calcolare quello all’immagine, tanto da prefigurare una sorta di crack finanziario di tutte le attività. Lombardo e soci devono fronteggiare inoltre il condominio che non gradisce una presenza ritenuta scomoda. Il locale viene bersagliato da una serie di lamentele e denunce, finanche per schiamazzi notturni. “Assistiamo – ricorda Lombardo – ad un tentato suicidio della donna residente al primo piano dell’edificio, contraria all’istallazione delle canne fumarie. Riceviamo di tutto: polizia, carabinieri, Nas, vigili del fuoco, vigili urbani, Asp. Si lavora in un clima di insicurezza e precarietà assoluta – evidenzia l’imprenditore – e non capiamo perché”.
Oggi vince la giustizia ordinaria di fronte ad un apparato istituzionale locale in grande ritardo rispetto ad una città sprofondata agli ultimi posti del nostro Paese sul piano della di qualità della vita, dell’occupazione ma soprattutto delle prospettive di crescita.
Questa piccola ma significativa vittoria di un imprenditore locale, giovane e determinato, impegnato nel settore della ristorazione rappresenta un segnale importante per chi crede ancora che nella nostra città si può fare qualcosa di buono.
Un buon segnale da parte della giustizia, ma un campanello d’allarme per una classe politica locale ancora troppo confusa, improduttiva e legata agli interessi particolari.
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