Il governatore della Calabria, Mario Oliverio
Sono le 8 del mattino, che sonno! Mi trascino in cucina e preparo un caffè. E’ martedì. La giornata promette bene. C’è il sole. Ma qualcosa mi ronza in testa da giorni, come una mosca che non mi lascia in pace. Non capisco cos’è. Sono mesi che mi chiedo: che fine ha fatto il nostro indennizzo? Booo… mi distraggo un pò cercando l’ottimismo che serve. Così accendo la radio – un vero e proprio oggetto vintage che mia madre ha infilato sopra una mensolina, una manciata d’anni fa – e inizio ad ascoltare il notiziario. Un flash dopo l’altro, un biscotto dopo l’altro, cresce dentro di me la sete di giustizia, di verità. Bevo acqua, guardo fuori. Faccio due passi in cucina, vado sul terrazzino per una boccata d’aria. Stiracchio il corpo, le dita. Poi, arrivano le notizie regionali. Inchieste giudiziarie, arresti, povertà, sbarchi! Un vero bombardamento.
Penso a mio padre. Non c’è più. Era il 15 luglio 2012, la vigilia di San Vitaliano, il patrono di Catanzaro. La città era deserta. Se n’è andato in silenzio. In un letto d’ospedale. Ricoverato d’urgenza, per l’aggravamento della malattia che lo ha corroso, anno dopo anno. Era domenica sera. Il suo respiro si è fermato all’improvviso, fiaccato dai dolori. Un uomo veramente unico, morto tra patimenti fisici, ma con la fronte sempre alta. Lucido, intelligente, convito che la cultura è l’unico modo per affrancarsi dalla schiavitù del bisogno. Una vita di sport, lavoro e famiglia. Condannato alla sofferenza da una maledetta trasfusione di sangue fatta molti anni fa che gli trasmise i virus dell’epatite B e C.
Sciacquo il viso, salgo in mansarda, indosso un paio d jeens e riscendo per sei rampe di scale, in tavernetta. Avvio il mio notebook, posiziono accanto a me telefono fisso e cellulare e inizio il mio lavoro. Sito della Regione Calabria: www.regione.calabria.it – dipartimenti – Tutela della Salute e Politiche sanitarie. Compongo i numeri fissi che trovo tra i contatti ma non risponde nessuno. Allora decido di inviare una mail al dirigente generale del Dipartimento, prof. Riccardo Fatarella, e alla dirigente dell’Ufficio preposto, Rosanna Verdoliva.
“Salve, vorrei informazioni circa la liquidazione dell’assegno una tantum previsto dalla legge 25/07/97 n.238 (art.1 comma 3) ai sensi e per gli effetti della legge 25 febbraio 1992 n.210 di cui ha pieno diritto il sottoscritto e familiari del nostro congiunto papà, Gerardo Antonio Argentieri Piuma nato a Crotone il 5 giugno 1938 e deceduto a Catanzaro il 15 luglio 2012, così come risulta dagli atti protocollati nei vostri uffici: Protocollo: 299/210
E’ passato oltre un anno ma ancora non abbiamo ricevuto alcuna notizia in merito nè un solo centesimo d’indennizzo.
Vorrei solo ricordare che la nostra famiglia ha ricevuto la notifica di ricezione degli atti della Regione Calabria in data 8 aprile 2014. E’ passato quasi un anno e mezzo ma tutto tace! nell’esprimere un forte disappunto siamo fiduciosi di atti concreti in temi brevi. Grazie! Distinti saluti”.
Il giorno successivo scrivo anche al presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio. Nessuna risposta. Così, decido di andare a visitare la nuova cittadella regionale. Fisso un appuntamento per giovedì al Dipartimento Alla Tutela della Salute per capire di persona le ragioni di questo enorme ritardo. Alle 10 sono a Germaneto. Parcheggio l’auto e inizio a camminare. Il palazzo è immenso, le auto centinaia. Ma io devo trovare il Dipartimento: lato monte, terzo piano. Ricevo il lasciapassare all’ingresso e salgo. Ecco la dott.ssa Verdoliva. Attendo due minuti. Rapido scambio di saluti. “Sei qui per l’una tantum?” Sì. “Nulla, ancora nulla”. Le chiedo al volo: ma quanti casi ci sono in Calabria come il nostro? “Non posso dire nulla, sono dati sensibili”. Faccio capire di essere nella duplice veste, ma non è proprio mattinata e la legge sulla privacy pesa come un macigno. Ok, grazie, la saluto, buona giornata. Vabbè, scendo e ritorno a casa. Venerdì mattina consulto la mia mail e trovo una risposta della dott.ssa Verdoliva.
“Gentile Signor Antonio Argentieri Piuma, come già anticipato verbalmente, al momento si sta provvedendo come da decreto dirigenziale n.9428 del 10 settembre 2015 a liquidare prioritariamente i ratei correnti. Cordiali saluti”.
Ecco il contenuto del decreto riportato fedelmente:
decreto n.9428 del 10/09/2015 – legge 210/1992 e s.m.i. indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbliatorie trasfusioni e sommistrazione di emoderivati impegno di spesa.
Replico alla mail così:
“Gentile Dott.ssa, mi fa piacere apprendere della pubblicazione del decreto num. 9428 del 10 settembre, ma vorrei sapere dal’Ente regionale quando sarà erogato l’assegno previsto dalla legge 25/07/97 n.238 (art.1 comma 3) ai sensi e per gli effetti della legge 25 febbraio 1992 n.210. cordiali saluti”.
Ancora nessuna risposta.
A questo punto mi rivolgo a Lei, Governatore, e mi metto nei panni di chi non ha la fortuna e/o il tempo di scrivere e pubblicare, e attende in silenzio.
Ma perché non viene erogato l’assegno una tantum che spetta alla nostra e certamente a numerose famiglie calabresi???
Non le sembra assurdo che dopo 17 mesi d’attesa, dell’assegno una tantum, previsto dalla legge 25/07/97 n.238 (art.1 comma 3) ai sensi e per gli effetti della legge 25 febbraio 1992 n.210, non se ne sa nulla?
Di seguito il testo della legge:
“Qualora a causa delle vaccinazioni o delle patologie previste dalla legge 25 febbraio 1992, n. 210, sia derivata la morte, l’avente diritto può optare fra l’assegno reversibile di cui al comma 1 e un assegno una tantum di lire 150 milioni. Ai fini della presente legge, sono considerati aventi diritto, nell’ordine, i seguenti soggetti: il coniuge, i figli, i genitori, i fratelli minorenni, i fratelli maggiorenni. I benefici di cui al presente comma spettano anche nel caso in cui il reddito della persona deceduta non rappresenti l’unico sostentamento della famiglia. Ai soggetti ai quali è stato già corrisposto l’assegno una tantum nella misura di lire 50 milioni spetta, a domanda, da presentare entro il termine del 30 settembre 1997, l’integrazione di lire 100 milioni, con esclusione di interessi legali e rivalutazione monetaria”.
Sarei lieto di conoscere le ragioni di questo enorme ritardo ma soprattutto di vedere riconosciuto in tempi rapidi un diritto maturato a seguito della dolorosa scomparsa di nostro padre che mai potrà colmare la sua mancanza ma restituisce alla/e famiglia/e qualche piccolo sorriso terreno.
In attesa di atti concreti
Distinti saluti e buon lavoro!
Antonio Argentieri Piuma (Direttore responsabile)
Caro Presidente, che fine ha fatto l’assegno “una tantum”?
Il governatore della Calabria, Mario Oliverio
Sono le 8 del mattino, che sonno! Mi trascino in cucina e preparo un caffè. E’ martedì. La giornata promette bene. C’è il sole. Ma qualcosa mi ronza in testa da giorni, come una mosca che non mi lascia in pace. Non capisco cos’è. Sono mesi che mi chiedo: che fine ha fatto il nostro indennizzo? Booo… mi distraggo un pò cercando l’ottimismo che serve. Così accendo la radio – un vero e proprio oggetto vintage che mia madre ha infilato sopra una mensolina, una manciata d’anni fa – e inizio ad ascoltare il notiziario. Un flash dopo l’altro, un biscotto dopo l’altro, cresce dentro di me la sete di giustizia, di verità. Bevo acqua, guardo fuori. Faccio due passi in cucina, vado sul terrazzino per una boccata d’aria. Stiracchio il corpo, le dita. Poi, arrivano le notizie regionali. Inchieste giudiziarie, arresti, povertà, sbarchi! Un vero bombardamento.
Penso a mio padre. Non c’è più. Era il 15 luglio 2012, la vigilia di San Vitaliano, il patrono di Catanzaro. La città era deserta. Se n’è andato in silenzio. In un letto d’ospedale. Ricoverato d’urgenza, per l’aggravamento della malattia che lo ha corroso, anno dopo anno. Era domenica sera. Il suo respiro si è fermato all’improvviso, fiaccato dai dolori. Un uomo veramente unico, morto tra patimenti fisici, ma con la fronte sempre alta. Lucido, intelligente, convito che la cultura è l’unico modo per affrancarsi dalla schiavitù del bisogno. Una vita di sport, lavoro e famiglia. Condannato alla sofferenza da una maledetta trasfusione di sangue fatta molti anni fa che gli trasmise i virus dell’epatite B e C.
Sciacquo il viso, salgo in mansarda, indosso un paio d jeens e riscendo per sei rampe di scale, in tavernetta. Avvio il mio notebook, posiziono accanto a me telefono fisso e cellulare e inizio il mio lavoro. Sito della Regione Calabria: www.regione.calabria.it – dipartimenti – Tutela della Salute e Politiche sanitarie. Compongo i numeri fissi che trovo tra i contatti ma non risponde nessuno. Allora decido di inviare una mail al dirigente generale del Dipartimento, prof. Riccardo Fatarella, e alla dirigente dell’Ufficio preposto, Rosanna Verdoliva.
“Salve, vorrei informazioni circa la liquidazione dell’assegno una tantum previsto dalla legge 25/07/97 n.238 (art.1 comma 3) ai sensi e per gli effetti della legge 25 febbraio 1992 n.210 di cui ha pieno diritto il sottoscritto e familiari del nostro congiunto papà, Gerardo Antonio Argentieri Piuma nato a Crotone il 5 giugno 1938 e deceduto a Catanzaro il 15 luglio 2012, così come risulta dagli atti protocollati nei vostri uffici: Protocollo: 299/210
E’ passato oltre un anno ma ancora non abbiamo ricevuto alcuna notizia in merito nè un solo centesimo d’indennizzo.
Vorrei solo ricordare che la nostra famiglia ha ricevuto la notifica di ricezione degli atti della Regione Calabria in data 8 aprile 2014. E’ passato quasi un anno e mezzo ma tutto tace! nell’esprimere un forte disappunto siamo fiduciosi di atti concreti in temi brevi. Grazie! Distinti saluti”.
Il giorno successivo scrivo anche al presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio. Nessuna risposta. Così, decido di andare a visitare la nuova cittadella regionale. Fisso un appuntamento per giovedì al Dipartimento Alla Tutela della Salute per capire di persona le ragioni di questo enorme ritardo. Alle 10 sono a Germaneto. Parcheggio l’auto e inizio a camminare. Il palazzo è immenso, le auto centinaia. Ma io devo trovare il Dipartimento: lato monte, terzo piano. Ricevo il lasciapassare all’ingresso e salgo. Ecco la dott.ssa Verdoliva. Attendo due minuti. Rapido scambio di saluti. “Sei qui per l’una tantum?” Sì. “Nulla, ancora nulla”. Le chiedo al volo: ma quanti casi ci sono in Calabria come il nostro? “Non posso dire nulla, sono dati sensibili”. Faccio capire di essere nella duplice veste, ma non è proprio mattinata e la legge sulla privacy pesa come un macigno. Ok, grazie, la saluto, buona giornata. Vabbè, scendo e ritorno a casa. Venerdì mattina consulto la mia mail e trovo una risposta della dott.ssa Verdoliva.
“Gentile Signor Antonio Argentieri Piuma, come già anticipato verbalmente, al momento si sta provvedendo come da decreto dirigenziale n.9428 del 10 settembre 2015 a liquidare prioritariamente i ratei correnti. Cordiali saluti”.
Ecco il contenuto del decreto riportato fedelmente:
decreto n.9428 del 10/09/2015 – legge 210/1992 e s.m.i. indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbliatorie trasfusioni e sommistrazione di emoderivati impegno di spesa.
Replico alla mail così:
“Gentile Dott.ssa, mi fa piacere apprendere della pubblicazione del decreto num. 9428 del 10 settembre, ma vorrei sapere dal’Ente regionale quando sarà erogato l’assegno previsto dalla legge 25/07/97 n.238 (art.1 comma 3) ai sensi e per gli effetti della legge 25 febbraio 1992 n.210. cordiali saluti”.
Ancora nessuna risposta.
A questo punto mi rivolgo a Lei, Governatore, e mi metto nei panni di chi non ha la fortuna e/o il tempo di scrivere e pubblicare, e attende in silenzio.
Ma perché non viene erogato l’assegno una tantum che spetta alla nostra e certamente a numerose famiglie calabresi???
Non le sembra assurdo che dopo 17 mesi d’attesa, dell’assegno una tantum, previsto dalla legge 25/07/97 n.238 (art.1 comma 3) ai sensi e per gli effetti della legge 25 febbraio 1992 n.210, non se ne sa nulla?
Di seguito il testo della legge:
“Qualora a causa delle vaccinazioni o delle patologie previste dalla legge 25 febbraio 1992, n. 210, sia derivata la morte, l’avente diritto può optare fra l’assegno reversibile di cui al comma 1 e un assegno una tantum di lire 150 milioni. Ai fini della presente legge, sono considerati aventi diritto, nell’ordine, i seguenti soggetti: il coniuge, i figli, i genitori, i fratelli minorenni, i fratelli maggiorenni. I benefici di cui al presente comma spettano anche nel caso in cui il reddito della persona deceduta non rappresenti l’unico sostentamento della famiglia. Ai soggetti ai quali è stato già corrisposto l’assegno una tantum nella misura di lire 50 milioni spetta, a domanda, da presentare entro il termine del 30 settembre 1997, l’integrazione di lire 100 milioni, con esclusione di interessi legali e rivalutazione monetaria”.
Sarei lieto di conoscere le ragioni di questo enorme ritardo ma soprattutto di vedere riconosciuto in tempi rapidi un diritto maturato a seguito della dolorosa scomparsa di nostro padre che mai potrà colmare la sua mancanza ma restituisce alla/e famiglia/e qualche piccolo sorriso terreno.
In attesa di atti concreti
Distinti saluti e buon lavoro!
Antonio Argentieri Piuma (Direttore responsabile)
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