La Giuria presieduta dal tedesco Tom Tykwer ( del mitico Lola Corre) premia con l’Orso d’oro film Touch Me Not della rumena, berlinese Adina Pintilie a cui è andato pure il premio come opera prima. Ma il titolo che ha trionfato durante la premiazione di Berlino non ha fatto impazzire la critica, un racconto della terapia psicologica intrapresa da una donna che ha difficoltà a lasciare che gli altri entrino in intimità con lei e tocchino il suo corpo. Il ricordo di una molestia subita anni prima la tormenta, ma tenterà di superare le sue paure partecipando a una terapia di gruppi i cui pazienti hanno corpi e menti devastate in maniera più o meno visibile o lottano con gravi disabilità. Già nel 2017 a trionfare era stata una donna, l’ungherese Ildikó Enyedi, regista dello struggente Corpo e Anima ( nomination a l’Oscar come miglior film in lingua straniera).
La regista polacca Malgorzata Szumowska
Orso d’argento Gran Premio della Giuria, assegnato a Twarz (Mug) della intensa regista polacca Malgorzata Szumowska, un’habituée di Berlino con un film al solito polemico verso l’ipocrisia dello stato polacco ( e la sua Chiesa istituzione), opera durissima raccontata in chiave allegorica, attraverso l’incubo di un uomo costretto a sottoporsi a una plastica facciale che gli cambia i connotati.
L’Orso d’argento come migliore regista va a Wes Anderson per il’ottimo Isle of Dogs.
Orso d’argento – Premio Alfred Bauer per un film che apre nuove prospettive a Las Herederas (Le ereditiere) del paraguayano Marcelo Martinessi, bel film da una cinematografia allo stato nascente. Un’esplorazione del nuovo sarebbe stato premiare un’opera audace, vertiginosa per complessità e sapienza compositiva, com il tedesco in concorso Mio fratello si chiama Robert ed è un idiota di Philip Gröning, rimasto incredibilmente senza alcun riconoscimento. A bocca asciutta norvegese Utoya, tentativo probabilmente prematuro – documentale e storiografico- nel ricostruire la strage di Andres Breivik secondo i codici dell’horror.
I premi agli attori: Orso d’argento per la migliore interpretazione maschile al giovanissimo Anthony Bajon in La prière di Cédric Kahn. Orso d’argento per la migliore interpretazione femminilea Ana Brunper Las Herederas, e anche qui scelta inappuntabile.Orso d’argento per un rimarchevole contributo artisticoa Elena Okopnaya per il costum and production design del russo Dovlatov di Alexey German Jr.,
Lasciati fuori dai premiati Transit di Christian Petzold e un altro tedesco, una delle rivelazioni del concorso,In The Aisles di Thomas Stuber. L’Orso per la migliore sceneggiatura va, non immeritatamente, ai messicani Manuel Alcalá e Alonso Ruizpalacios (che del film è anche il regista) per Museo, commedia furba ma mai banale, destinata forse ad incontrare un vasto pubblico.
L’unico film italiano in concorso, l’intenso Figlia Mia di Laura Bispuri,rimane senza premi malgrado il gradimento della platea berlinese.
Berlino 68: tutti i vincitori
• Orso d’oro
Touch Me Not di Adina Pintilie
• Orso d’argento
Mug di Małgorzata Szumowska
• Orso d’argento per la regia
Wes Anderson per L’isola dei cani
• Orso d’argento per il miglior attore
Anthony Bajon per La prière di Cédric Kahn
• Orso d’argento per la migliore attrice
Ana Brun per Las herederas di Marcelo Martinessi
HD GettyImages
L’attrice Ana Brun è stata giudicata dalla giuria la migliore della Berlinale 68
• Orso d’argento per la migliore sceneggiatura
Manuel Alcalá e Alonso Ruizpalacios per Museo
• Orso d’argento per il miglior contributo artistico
Elena Okopnaya per i costumi e la scenografia di Dovlatov
• Miglior opera prima
Touch Me Not di Adina Pintilie
• Premio Alfred Bauer
Las herederas di Marcelo Martinessi
• Orso d’oro alla carriera
Willem Dafoe
Berlinale 2018. Orso d’oro a “Touch Me Not” di Adina Pintilie
La Giuria presieduta dal tedesco Tom Tykwer ( del mitico Lola Corre) premia con l’Orso d’oro film Touch Me Not della rumena, berlinese Adina Pintilie a cui è andato pure il premio come opera prima. Ma il titolo che ha trionfato durante la premiazione di Berlino non ha fatto impazzire la critica, un racconto della terapia psicologica intrapresa da una donna che ha difficoltà a lasciare che gli altri entrino in intimità con lei e tocchino il suo corpo. Il ricordo di una molestia subita anni prima la tormenta, ma tenterà di superare le sue paure partecipando a una terapia di gruppi i cui pazienti hanno corpi e menti devastate in maniera più o meno visibile o lottano con gravi disabilità. Già nel 2017 a trionfare era stata una donna, l’ungherese Ildikó Enyedi, regista dello struggente Corpo e Anima ( nomination a l’Oscar come miglior film in lingua straniera).
La regista polacca Malgorzata Szumowska
Orso d’argento Gran Premio della Giuria, assegnato a Twarz (Mug) della intensa regista polacca Malgorzata Szumowska, un’habituée di Berlino con un film al solito polemico verso l’ipocrisia dello stato polacco ( e la sua Chiesa istituzione), opera durissima raccontata in chiave allegorica, attraverso l’incubo di un uomo costretto a sottoporsi a una plastica facciale che gli cambia i connotati.
L’Orso d’argento come migliore regista va a Wes Anderson per il’ottimo Isle of Dogs.
Orso d’argento – Premio Alfred Bauer per un film che apre nuove prospettive a Las Herederas (Le ereditiere) del paraguayano Marcelo Martinessi, bel film da una cinematografia allo stato nascente. Un’esplorazione del nuovo sarebbe stato premiare un’opera audace, vertiginosa per complessità e sapienza compositiva, com il tedesco in concorso Mio fratello si chiama Robert ed è un idiota di Philip Gröning, rimasto incredibilmente senza alcun riconoscimento. A bocca asciutta norvegese Utoya, tentativo probabilmente prematuro – documentale e storiografico- nel ricostruire la strage di Andres Breivik secondo i codici dell’horror.
I premi agli attori: Orso d’argento per la migliore interpretazione maschile al giovanissimo Anthony Bajon in La prière di Cédric Kahn. Orso d’argento per la migliore interpretazione femminilea Ana Brunper Las Herederas, e anche qui scelta inappuntabile.Orso d’argento per un rimarchevole contributo artisticoa Elena Okopnaya per il costum and production design del russo Dovlatov di Alexey German Jr.,
Lasciati fuori dai premiati Transit di Christian Petzold e un altro tedesco, una delle rivelazioni del concorso,In The Aisles di Thomas Stuber. L’Orso per la migliore sceneggiatura va, non immeritatamente, ai messicani Manuel Alcalá e Alonso Ruizpalacios (che del film è anche il regista) per Museo, commedia furba ma mai banale, destinata forse ad incontrare un vasto pubblico.
L’unico film italiano in concorso, l’intenso Figlia Mia di Laura Bispuri,rimane senza premi malgrado il gradimento della platea berlinese.
Berlino 68: tutti i vincitori
• Orso d’oro
Touch Me Not di Adina Pintilie
• Orso d’argento
Mug di Małgorzata Szumowska
• Orso d’argento per la regia
Wes Anderson per L’isola dei cani
• Orso d’argento per il miglior attore
Anthony Bajon per La prière di Cédric Kahn
• Orso d’argento per la migliore attrice
Ana Brun per Las herederas di Marcelo Martinessi
HD GettyImages
L’attrice Ana Brun è stata giudicata dalla giuria la migliore della Berlinale 68
• Orso d’argento per la migliore sceneggiatura
Manuel Alcalá e Alonso Ruizpalacios per Museo
• Orso d’argento per il miglior contributo artistico
Elena Okopnaya per i costumi e la scenografia di Dovlatov
• Miglior opera prima
Touch Me Not di Adina Pintilie
• Premio Alfred Bauer
Las herederas di Marcelo Martinessi
• Orso d’oro alla carriera
Willem Dafoe
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