Come fa un cittadino squattrinato che sogna di realizzare la propria idea imprenditoriale a trovare i soldi per garantire il finanziamento? Quale banca è disposta a concedere una fideiussione per garantire l’accesso al bando? Insomma, un bel progetto immaginato per i figli degli imprenditori che vogliono diventare autonomi
Quale vantaggio concreto i giovani imprenditori possano cogliere dallo sfruttare il bando strutturato dall’assessorato regionale alle Attività produttive e presentato in tour per le Camere di Commercio della Calabria, è davvero difficile da capire nei meandri della tecnocrazia e del burocratichese.
I soggetti che possono accedere al bando (che mette a disposizione duecento milioni di euro sono i giovani tra 18 e 40 anni), al momento di presentazione della domanda. L’azienda che potrebbe beneficiare del finanziamento, da erogare in tre tranche, puo’ essere costituita, ma non funzionante, ma meglio ancora deve essere costituita per diventare operativa dopo. Tra i requisiti previsti, la disponibilità dell’immobile, non aver beneficiato di finanziamenti, si deve trattare di piccole o microimprese (con 10 dipendenti e non superiore a 22 milioni di euro). Ma soprattutto, è necessario possedere il capitale iniziale per costituire in piedi l’impresa. Il bando finanzia il piano di sviluppo aziendale, il piano degli investimenti produttivi e integrato di servizi reali. Una volta uscito l’elenco dei progetti ammessi, il soggetto viene chiamato a sottoscrivere l’atto di ammissione e d’obbligo, l’investimento deve essere realizzato nei 24 mesi successivi, e deve essere avviato entro 4 mesi dalla sottoscrizione, 24 prorogabili solo per 6 mesi per una volta sola. Le spese per essere ammesse devono essere documentate e verificabili al momento della rendicontazione finale, il requisito finale è la tracciabilità delle spese. Le domande devono essere coerenti, le spese funzionali alle attività imprenditoriali, e tutte le spese al netto dell’iva, che quindi non è rimborsabile.
Forma e intensità dell’aiuto: finanziamento concesso in conto capitale nella misura del 70 per cento per il piano degli investimenti, 50 per cento per piano integrato servizi integrato, 50 mila il massimo. il finanziamento massimo non può superare i 50 mila euro, spese ammissibili tra 30 mila e 50 mila euro. E se si presenta un piano progettuale da 500 mila euro va dimostrato i mezzi propri per intera copertura. Assessore Caridi, ci stai prendendo in giro? Come fa un giovane squattrinato che sogna di realizzare la propria idea imprenditoriale a trovare i soldi per garantire il finanziamento se accede al bando proprio perchè soldi non ne ha? Quale banca di questi tempi è pronta a concedere una fideiussione anche solo su un centesimo? Insomma, un bando per l’imprenditoria giovanile, fatto per i figli degli imprenditori che vogliono diventare autonomi, che si portano dietro il know how – che dà pure punteggio – e possono contare sul capitale di papà per avviare la nuova vecchia attività.
E gli altri? I giovani di belle speranze, laureati o meno, con brillanti idee ma nemmeno un centesimo, cosa devono fare? Aspettare un bando che sia davvero a sostegno dell’imprenditoria giovani e non una facile occasione di passerelle demagogiche per raccogliere consensi e dispensare illusioni.
Bando per giovani imprenditori o per figli di benestanti?
Come fa un cittadino squattrinato che sogna di realizzare la propria idea imprenditoriale a trovare i soldi per garantire il finanziamento? Quale banca è disposta a concedere una fideiussione per garantire l’accesso al bando? Insomma, un bel progetto immaginato per i figli degli imprenditori che vogliono diventare autonomi
Quale vantaggio concreto i giovani imprenditori possano cogliere dallo sfruttare il bando strutturato dall’assessorato regionale alle Attività produttive e presentato in tour per le Camere di Commercio della Calabria, è davvero difficile da capire nei meandri della tecnocrazia e del burocratichese.
I soggetti che possono accedere al bando (che mette a disposizione duecento milioni di euro sono i giovani tra 18 e 40 anni), al momento di presentazione della domanda. L’azienda che potrebbe beneficiare del finanziamento, da erogare in tre tranche, puo’ essere costituita, ma non funzionante, ma meglio ancora deve essere costituita per diventare operativa dopo. Tra i requisiti previsti, la disponibilità dell’immobile, non aver beneficiato di finanziamenti, si deve trattare di piccole o microimprese (con 10 dipendenti e non superiore a 22 milioni di euro). Ma soprattutto, è necessario possedere il capitale iniziale per costituire in piedi l’impresa. Il bando finanzia il piano di sviluppo aziendale, il piano degli investimenti produttivi e integrato di servizi reali. Una volta uscito l’elenco dei progetti ammessi, il soggetto viene chiamato a sottoscrivere l’atto di ammissione e d’obbligo, l’investimento deve essere realizzato nei 24 mesi successivi, e deve essere avviato entro 4 mesi dalla sottoscrizione, 24 prorogabili solo per 6 mesi per una volta sola. Le spese per essere ammesse devono essere documentate e verificabili al momento della rendicontazione finale, il requisito finale è la tracciabilità delle spese. Le domande devono essere coerenti, le spese funzionali alle attività imprenditoriali, e tutte le spese al netto dell’iva, che quindi non è rimborsabile.
Forma e intensità dell’aiuto: finanziamento concesso in conto capitale nella misura del 70 per cento per il piano degli investimenti, 50 per cento per piano integrato servizi integrato, 50 mila il massimo. il finanziamento massimo non può superare i 50 mila euro, spese ammissibili tra 30 mila e 50 mila euro. E se si presenta un piano progettuale da 500 mila euro va dimostrato i mezzi propri per intera copertura. Assessore Caridi, ci stai prendendo in giro? Come fa un giovane squattrinato che sogna di realizzare la propria idea imprenditoriale a trovare i soldi per garantire il finanziamento se accede al bando proprio perchè soldi non ne ha? Quale banca di questi tempi è pronta a concedere una fideiussione anche solo su un centesimo? Insomma, un bando per l’imprenditoria giovanile, fatto per i figli degli imprenditori che vogliono diventare autonomi, che si portano dietro il know how – che dà pure punteggio – e possono contare sul capitale di papà per avviare la nuova vecchia attività.
E gli altri? I giovani di belle speranze, laureati o meno, con brillanti idee ma nemmeno un centesimo, cosa devono fare? Aspettare un bando che sia davvero a sostegno dell’imprenditoria giovani e non una facile occasione di passerelle demagogiche per raccogliere consensi e dispensare illusioni.
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