Catanzaro – Nuovi problemi all’orizzonte per i dipendenti di “Abramo printing” che, da qualche tempo, seguono con trepidazione le vicende legate al futuro dell’azienda. Proprio ieri mattina, i segretari di categoria dei sindacati confederali, Saverio Ranieri, Slc Cgil e Maurizio Finiano, Rsa Cisl, hanno incontrato, in azienda, le rappresentanze di base dei lavoratori a cui hanno spiegato nel dettaglio l’intera vicenda che tiene col fiato sospeso almeno 200 famiglie.
Dipendenti di Abramo printing in presidio, nel 2016, sotto la sede di Confindustria
Nei giorni scorsi, infatti, i sindacati avevano incontrato i vertici aziendali il cui esito interlocutorio aveva rivelato un quadro decisamente allarmante. Un’azienda in crisi totale che non sa più da dove ripartire per evitare il peggio e una pioggia di licenziamenti all’orizzonte che getterebbe nel dramma un pezzo della nostra comunità. Ad aggravare il quadro, già triste di per se, la perdita di una importantissima commessa di 3 milioni e mezzo di euro che Postel ha assegnato ad un’altra società del nord con un criterio al ribasso. Una mazzata incredibile che non darebbe scampo all’azienda amministrata da Andrea Abramo. Insomma tutto fa pensare ad una epilogo drammatico ma non è detta ancora l’ultima parola.
“Attendiamo, innanzitutto, l’esito del ricorso che l’azienda ha inoltrato in merito all’affidamento dell’appalto – ha affermato Ranieri della Cigl -, solo dopo avremo un quadro più chiaro. Bisogna tuttavia tenere presente – ha ricordato ancora – che la crisi è iniziata molto tempo fa e non è finita male fino ad ora solo grazie agli ammortizzatori sociali che, nel corso di 4 anni, tra Cassa integrazione e Solidarietà, hanno evitato i licenziamenti di massa”.
Ma non bisogna dimenticare che l’azienda, nell’ultimo incontro, ha denunciato circa 120 esuberi e non potrà più godere di ammortizzatori sociali. Non resta dunque che attendere l’esito del prossimo Cda che si terrà, tra una ventina di giorni, e da cui, verosimilmente, verrà fuori un quadro tecnico più chiaro e soprattutto le intenzioni della società, “fermo restando che – ha sottolineato Ranieri – l’inadeguatezza imprenditoriale ha inciso notevolmente sulla crisi dell’azienda e sulla possibilità di aprire nuovi spiragli di mercato nel corso di questi anni”. Se poi prendiamo atto che le gare d’appalto vengono assegnate con determinati criteri, allora diventa davvero difficile competere sul mercato”. Questo mese sarà deciso, dunque, per le prospettive dell’azienda e dei circa 200 lavoratori che sono pronti ad ogni forma di mobilitazione, pur di scongiurare lo spettro della disoccupazione.
Abramo printing, è crisi vera!
Catanzaro – Nuovi problemi all’orizzonte per i dipendenti di “Abramo printing” che, da qualche tempo, seguono con trepidazione le vicende legate al futuro dell’azienda. Proprio ieri mattina, i segretari di categoria dei sindacati confederali, Saverio Ranieri, Slc Cgil e Maurizio Finiano, Rsa Cisl, hanno incontrato, in azienda, le rappresentanze di base dei lavoratori a cui hanno spiegato nel dettaglio l’intera vicenda che tiene col fiato sospeso almeno 200 famiglie.
Dipendenti di Abramo printing in presidio, nel 2016, sotto la sede di Confindustria
Nei giorni scorsi, infatti, i sindacati avevano incontrato i vertici aziendali il cui esito interlocutorio aveva rivelato un quadro decisamente allarmante. Un’azienda in crisi totale che non sa più da dove ripartire per evitare il peggio e una pioggia di licenziamenti all’orizzonte che getterebbe nel dramma un pezzo della nostra comunità. Ad aggravare il quadro, già triste di per se, la perdita di una importantissima commessa di 3 milioni e mezzo di euro che Postel ha assegnato ad un’altra società del nord con un criterio al ribasso. Una mazzata incredibile che non darebbe scampo all’azienda amministrata da Andrea Abramo. Insomma tutto fa pensare ad una epilogo drammatico ma non è detta ancora l’ultima parola.
“Attendiamo, innanzitutto, l’esito del ricorso che l’azienda ha inoltrato in merito all’affidamento dell’appalto – ha affermato Ranieri della Cigl -, solo dopo avremo un quadro più chiaro. Bisogna tuttavia tenere presente – ha ricordato ancora – che la crisi è iniziata molto tempo fa e non è finita male fino ad ora solo grazie agli ammortizzatori sociali che, nel corso di 4 anni, tra Cassa integrazione e Solidarietà, hanno evitato i licenziamenti di massa”.
Ma non bisogna dimenticare che l’azienda, nell’ultimo incontro, ha denunciato circa 120 esuberi e non potrà più godere di ammortizzatori sociali. Non resta dunque che attendere l’esito del prossimo Cda che si terrà, tra una ventina di giorni, e da cui, verosimilmente, verrà fuori un quadro tecnico più chiaro e soprattutto le intenzioni della società, “fermo restando che – ha sottolineato Ranieri – l’inadeguatezza imprenditoriale ha inciso notevolmente sulla crisi dell’azienda e sulla possibilità di aprire nuovi spiragli di mercato nel corso di questi anni”. Se poi prendiamo atto che le gare d’appalto vengono assegnate con determinati criteri, allora diventa davvero difficile competere sul mercato”. Questo mese sarà deciso, dunque, per le prospettive dell’azienda e dei circa 200 lavoratori che sono pronti ad ogni forma di mobilitazione, pur di scongiurare lo spettro della disoccupazione.
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